“Attenzione alta” da parte della Prefettura sul Comune di Finale Emilia dopo che il Ministero ha evitato il commissariamento valutando non esista il rischio di infiltrazioni mafiosi. La cittadina rimane comunque una sorta di “sorvegliato speciale” attraverso un assiduo monitoraggio sui settori più permeabili, per loro natura, alle infiltrazioni criminali”. Del resto, le criticità amministrative in municipio sono state confermate. Sugli atti tuttora secretati, comunque, sono già arrivate richieste di “presa visione” ma decide il prefetto Michele Di Bari.
Lo dice a proposito del Comune di Finale Emilia il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, rispondendo in commissione alla Camera ad un’interrogazione a tema del deputato modenese M5s Vittorio Ferraresi. Lo riporta l’agenzia Dire. Il quale insiste e raccomanda: “Il ministero dell’Interno, contrariamente a quanto fatto finora, vada a fondo nella vicenda e renda accessibile a tutti i cittadini la relazione svolta dalla commissione incaricata dalla prefettura di verificare la situazione del Comune di Finale Emilia”, a rischio scioglimento per mancate barriere antimafia fino a fine gennaio, prima che il ministero stesso ‘archiviasse’ la pratica. Bubbico ricorda appunto che il ministro dell’Interno, con un provvedimento del 18 gennaio scorso, dopo aver esaminato le valutazioni del prefetto sulla relazione in questione, “ha dichiarato concluso il procedimento avviato nei confronti del Comune di Finale Emilia, ritenendo che gli elementi emersi non presentassero la necessaria congruenza rispetto ai requisiti di concretezza, univocità e rilevanza necessari allo scioglimento dell’ente locale. Il relativo provvedimento è stato pubblicato sul sito di questa amministrazione”.
Tuttavia, “poichè l’accesso ha evidenziato alcune criticità del contesto amministrativo”, rileva il viceministro, la Prefettura sta continuando a monitorare. Confermando inoltre che la relazione della commissione è stata recentemente trasmessa, su richiesta ad hoc, alla Procura Distrettuale Antimafia di Bologna e alla Procura di Modena, Bubbico aggiunge che una “copia del medesimo documento è stata richiesta anche da alcuni consiglieri regionali e dai gruppi consiliari di minoranza del Comune”.
Così, Di Bari sta portando avanti “un’attenta e scrupolosa valutazione circa la sussistenza dei presupposti soggettivi ed oggettivi per l’eventuale rilascio della documentazione richiesta”. Ciò, continua il viceministro, “sia alla luce della normativa che circoscrive la conoscenza degli atti a cui è attribuita la classifica ‘riservato’ ai soli soggetti che abbiano necessità di accedervi in ragione delle proprie funzioni istituzionali, sia alla luce della normativa che esclude l’accesso ai documenti utilizzati per l’istruttoria dei provvedimenti di scioglimento degli organi, quando sia necessario assicurare la prevenzione e la repressione della criminalità, con particolare riferimento- conclude dettagliando Bubbico- alle tecniche investigative, alla identità delle fonti di informazione, alla sicurezza dei beni e delle persone coinvolte, nonchè alle attività di polizia giudiziaria e alla conduzione delle indagini”.