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Il messaggio di vescovo Erio ai donatori di sangue

da | Feb 20, 2016 | Medolla, Camposanto | 0 commenti

“Quando nelle proprie vene scorre il sangue altrui, si capisce cosa significa la solidarietà”. L’augurio di Mons. Erio Castellucci ai 230 donatori della provincia sabato a Roma per l’udienza di Papa Francesco.

Partenza nella notte con quattro pullman da Modena, Medolla, Camposanto e Zocca per ritrovarsi la mattina di sabato 20 in Piazza San Pietro dove alle 11 si celebra il Giubileo del Donatore di Sangue. Sono 230 i donatori Avis da tutta la provincia di Modena che si uniscono alle decine di migliaia di donatori italiani per l’incontro con Papa Francesco a loro dedicato. Ad accompagnarli le parole del Vescovo di Modena Mons. Erio Castellucci che ha voluto essere partecipe all’evento inviando un saluto augurale ai pellegrini modenesi. Ecco il suo messaggio:

Mons-Castellucci“Carissimi donatori di sangue modenesi, pellegrini a Roma, volentieri vi invio un saluto che accompagna il vostro pellegrinaggio giubilare, dove potrete esprimere la vostra generosità: non solo, come già fate, nella direzione dell’aiuto al prossimo, ma anche in quella della preghiera a Dio e dell’amicizia tra di voi.

Il dono del sangue, come sapete, è stata la scelta più alta di Gesù, che ne ha fatto il segno stesso dell’offerta di sé. Già nell’ultima cena aveva detto “questo è il mio sangue, versato per voi”; e sulla croce è passato dal rito alla vita, esprimendo concretamente il senso di ogni esistenza, l’amore. Una persona che ama è pronta a dare il sangue per colui che ama, cioè a sacrificarsi fino a rinunciare, se necessario, alla propria vita per far vivere un altro.

Il vostro servizio, il dono del sangue, fa vivere altri: è davvero un servizio prezioso, che permette a fratelli e sorelle ignoti – ma noti a Dio – di superare fasi difficili di malattia e di debolezza. Quando nelle proprie vene scorre anche il sangue altrui, si capisce bene che cosa significa la solidarietà. Una solidarietà che ha sperimentato anche il nostro amato vescovo Antonio Lanfranchi, scomparso esattamente un anno fa, e che ha tanto apprezzato. Il suo sangue si era ammalato e lui ha potuto vivere con dignità la sua patologia anche grazie a tanti anonimi donatori.

Carissimi, vi auguro che il vostro pellegrinaggio rafforzi ulteriormente il senso di “offerta” che la vostra vita già ha assunto e che esprimete con questo generoso e gratuito gesto di donare il sangue.

Con la mia benedizione e la mia gratitudine.

+ Erio Castellucci

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