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“Mafia, cooperazione non è indenne. E così tradisce due volte”

da | Feb 18, 2016 | Concordia | 0 commenti

«Il mondo della cooperazione indenne da mafia e corruzione? Direi proprio di no, anzi… ci si deve sentire ancora più traditi quando da un terreno che dovrebbe essere naturalmente onesto, proprio da quella parte, arrivano i segni della corruzione e del crimine. Però così è». E’ il procuratore capo di Modena, Lucia Musti, a parlare della cooperazione dopo le recenti scoperte fatte dall’inchiesta Aemilia che si rivela «deviata».

La Musti intervenendo l’altra sera in un convegno pubblico ha parlato ad esempio di Cpl Concordia. “Su Cpl, rivendica il procuratore in sala, «abbiamo iniziato il nostro dibattimento e Modena è stata rapidissima: perchè, ricevuti gli atti da Napoli per incompetenza, Modena ha svolto le indagini che dovevano essere svolte, secondo l’avviso di questa Procura. E ha emesso un decreto di giudizio immediato, saltando il filtro dell’udienza preliminare e quindi ponendo direttamente a disposizione dei giudici il materiale probatorio». Se la prossima udienza del processo in Tribunale a Modena (non quello sul concorso esterno, di scena a Napoli) è attesa il 2 marzo, continua Musti: «Alla fine cosa si è scoperto? Che in una delle più forti cooperative, veramente – si legge ancora sul quotidiano – un colosso della cooperazione, il presidente Casari era visto come un padreterno; ovvero, colui che effettivamente aveva fatto la fortuna di questa azienda ed era molto amato per questo. E’ emerso quindi che anche le cooperative avevano fatto ricorso allo strumento della corruzione». Corruzione «che, per quanto è interessato a questa Procura, è corruzione sic et simpliciter». Poi, prosegue Musti, «c’è tutto il filone di competenza della Dda di Napoli nel quale la corruzione e la mafia sono andate a braccetto, un refrain che spesso sentiamo»”.

Ricordando che si sta parlando anche di «clan dei Casalesi», continua ancora il procuratore capo su Prima Pagina: «Qui non si tratta di corruzione tramite la mazzetta, che per noi magistrati è la più semplice da individuare, ma di corruzione che non si vede: quando cioè tu paghi una persona non attraverso il denaro, ma attraverso un servizio che sembra invisibile perchè fisiologico o nascosto». Nel caso di Cpl, prosegue allora Musti, «il veicolo è stato quello delle consulenze: oppure, ad esempio, nello stabilire che quel determinato albergo di Ischia per la metanizzazione si prevedeva di metterlo a disposizione l’intero anno per i dipendenti della Cpl Concordia, e come tale si pagava l’albergo della sorella del sindaco…». E invece «in quest’albergo non ci andavano i dipendenti della Cpl, che andavano altrove; allo stesso tempo, la mazzetta consisteva nell’aver pagato l’occupazione dell’albergo, che in realtà non c’era. In quell’albergo – scandisce il pm in sala – andavano ad alloggiare persone che non avevano niente a che fare coi dipendenti della Cpl. E così via, e così via e così via».

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