Andranno a processo il prossimo 12 aprile con l’accusa di concorso in omicidio colposo, concorso aggravato in falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e soppressione, distruzione e occultamento di atti il sindaco di San Felice Alberto Silvestri e il capo dell’ufficio tecnico del Comune di San Felice Daniele Castellazzi. Oggetto del dibattimento sarà quanto accaduto alla Meta di San Felice il 29 maggio 20102: qui morirono tre persone nel crollo dell’impresa sotto le scosse del terremoto. A giudizio, ricorda la Gazzetta di Modena, ci sono anche il legale rappresentante della Metaspa Paolo Preti, e il geometra Claudio Terrieri.
Quel giorno ad acconsentire il fatale rientro in fabbrica, secondo gli inquirenti, sarebbe stato un concorso di colpe, quelle del sindaco e del tecnico comunale, che avevano diramato un provvedimento con il quale autorizzavano tecnici privati non qualificati dalla Protezione civile di assicurare l’agibilità provvisoria di case e fabbriche. Inoltre, durante le indagini la Procura ha messo agli atti che quel primo provvedimento del Comune sarebbe stato cambiato dopo il crollo, infilando nel fascicolo della Meta un provvedimento diverso, e per questo si profila anche i reati di falso e di soppressione di atti.
Dal Partito Democratico, cui appartiene il sindaco Silvestri, arriva una dichiarazione in materia a nome del senatore Stefano Vaccari.
“Massimo rispetto per la magistratura che sta svolgendo il proprio compito e che, auspichiamo, accerti al più presto la verità dovuta alle famiglie delle vittime. Detto questo però, sulle ricostruzioni della vicenda giudiziaria relativa alla ditta di San Felice Meta crediamo che, a quattro anni di distanza di quei tragici eventi, non possa passare in secondo piano anche il rispetto per le istituzioni e i loro rappresentanti. Titoli sensazionalistici che additano anzitempo colpevoli non aiutano. I fatti sono che è stata fissata la data dell’udienza preliminare. Siamo, quindi, appena all’inizio di un possibile processo: stiamo parlando della prima udienza del dibattimento davanti al giudice per le indagini preliminari che deciderà se procedere o meno al giudizio di primo grado. Voglio ricordare che è stato fatto un grandissimo lavoro nei mesi successivi ai terremoti, in assenza di un quadro di riferimento chiaro. I sindaci e i dipendenti degli Enti locali si sono assunti grandi responsabilità fin dai primi istanti dell’emergenza. Una gestione virtuosa che va rispettata – insiste Vaccari – Se la nostra comunità emiliano romagnola vuole concludere il lungo e complesso percorso della ricostruzione in modo virtuoso, nella piena legalità, è necessario che tutti gli attori della nostra comunità svolgano il proprio ruolo in modo responsabile. Le istituzioni si sono sempre fatte carico dei problemi di tutti, ma, in base alle normative, tutti devono prendersi il proprio pezzettino di responsabilità, dagli amministratori ai politici, dai cittadini ai professionisti privati, dagli imprenditori ai lavoratori, fino ai giornalisti. I problemi vanno analizzati, approfonditi, risolti. Le istituzioni sono il punto di riferimento indispensabile per i cittadini, e la loro autorevolezza è un valore a garanzia di tutti. Certo da mettere in discussione, ma quando ci sono elementi oggettivi e concreti. Ogni condotta che viene intrapresa da tutti i soggetti in campo, deve muoversi nel senso di comporre un contesto di riferimento e di garanzia per tutti i cittadini, solido e completo. La direzione è quella di costruire e non di distruggere. Questo almeno la tragedia del sisma dovrebbe avercelo insegnato”