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Prc: “Sulla Cispadana ci sono troppe bugie”

da | Feb 14, 2016 | Infrastrutture | 0 commenti

“I politici e gli amministratori che dopo lo sblocca Cispadana di Renzi stanno esaltando questa ennesima inutile grande opera o non sanno cosa di cosa parlano o mentono ai propri cittadini”. O afferma in una nota Stefano Lugli, segretario regionale PRC Emilia Romagna.

“Sostengono che l’autostrada serve al territorio, ma quale? Perché – argomenta Lugli – è ormai è palese che questa cispadana è un tassello della grande rete autostradale che la Regione ha in mente per collegare con una striscia d’asfalto il Tirreno con l’Adriatico. E questo avviene attraverso Ti.Bre, Cispadana, Ferrara-Mare e la trasformazione in autostrada della Romea da Porto Garibaldi a Ravenna. Basta prendere una piantina della Regione per rendersene conto. Non va quindi contrastata solo la cispadana autostradale, ma un’intera politica di mobilità della Regione basata ancora sul trasporto su gomma e che ci allontana dall’Europa più moderna.

Sostengono che l’autostrada riduce l’inquinamento, ma oltre ad offendere l’intelligenza di tutti, sono gli stessi atti del progetto ad affermare che a fronte di un traffico locale di 7.000 veicoli/giorno l’autostrada cispadana porta traffico supplementare fino a 58.000 veicoli al giorno. Senza contare la sottrazione di migliaia di ettari di terreno agricolo per il tracciato e le cave necessarie alla sua realizzazione.

Sostengono che con l’autostrada la viabilità locale migliora, ma la verità è che il traffico locale non ne trarrà alcun beneficio, anzi sarà sconvolto da decine di nuovi km di strade per superare l’effetto barriera che l’autostrada creerà. Sono gli stessi atti progettuali a dirci che per 67 km di autostrada occorrono 77 km di nuova viabilità. Sempre che siano realizzati, dal momento che i 350 milioni di euro per la viabilità complementare non sono mai stati messi a bilancio.

Ciò che non viene detto ai cittadini è che i politici vogliono che l’autostrada sia realizzata e gestita solo ed esclusivamente da Autobrennero, e che prima di far partire le ruspe la società deve diventare tutta pubblica. Gli enti locali dovranno quindi ricomprarsi a peso d’oro le azioni vendute ai privati e i cittadini inizieranno a pagare la cispadana prima ancora che aprano i cantieri.

Ciò che non viene detto ai cittadini è che i soldi dei privati non ci sono perché il progetto economicamente non regge. Il tentativo della Regione di affidare la realizzazione dell’opera allo Stato è il primo passo per assegnarne le spese al bilancio pubblico nel più classico sistema della socializzazione delle perdite e della privatizzazione dei profitti.

A 10 anni dall’approvazione dell’autostrada cispadana, ribadiamo ai cittadini che – chiude Lugli – i responsabili di una viabilità inadeguata per questi territori sono gli stessi che si ostinano con l’autostrada quando, con meno risorse, oggi avremmo già a disposizione la cispadana urbana attesa da anni”.

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