“Il Lambrusco è un patrimonio di queste terre e tale deve rimanere: un patrimonio da tutelare e sul quale investire con sempre maggiore forza. Il risultato estremamente positivo della proposta di ritiro dell’atto che avrebbe consentito la liberalizzazione dei vini identitari, tra cui il nostro Lambrusco, raccoglie le istanze e le sollecitazioni che in questi mesi si sono mobilitate in difesa di un asset strategico e identitario della nostra regione”. Così Luciana Serri, presidente della Commissione politiche economiche, e Gianni Bessi, consigliere regionale, quali firmatari e relatori della risoluzione per la tutela dei vini identitari ora in discussione in Assemblea legislativa regionale, commentano l’importante annuncio di Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale dell’Europarlamento, in merito alla dichiarazione del Direttore Generale della direzione agricoltura della Commissione Europea sulla proposta di ritiro dell’atto delegato di liberalizzazione.
L’azione delle rappresentanze italiane in seno all’Europarlamento e al Consiglio Europeo, del Ministro Martina, della Regione Emilia Romagna e dei Comuni, coordinandosi con le rappresentanze dei produttori e dei consorzi di tutela, ha dimostrato la solidità della posizione italiana ed emiliano-romagnola che pone la tutela dei vini identitari come elemento fondamentale per assicurare qualità, sicurezza e riconoscibilità del prodotto lungo tutta la filiera.
“La filiera vitivinicola del Lambrusco in particolare – sottolineano Serri e Bessi – è costituita da un panorama ampio di imprese di diverse dimensioni. Parliamo di 8000 aziende viticole, 20 cantine cooperative, 48 aziende vinicole, per più di 1000 addetti: questa realtà è supportata dal grande numero di operatori specializzati che lavorano in ciascun settore della produzione e che conferiscono a questo distretto un carattere altamente innovativo e all’avanguardia, tanto da aver permesso al Lambrusco di diventare, negli ultimi 20 anni, il vino italiano più apprezzato ed esportato nei mercati internazionali, raggiungendo 52 Paesi in 5 continenti. Il nostro territorio ha saputo creare una filiera forte: non parliamo solo di vitigni ma di vitigni collegati ad un territorio. Il fronte di opposizione alla proposta di liberalizzazione che ha visto l’azione congiunta delle rappresentanze italiane in Europa, del Governo, della nostra Regione, dei Comuni e dei produttori ha dimostrato che un prodotto frutto di esperienza, radicamento territoriale e investimenti condivisi non può essere liberalizzato”.
«Si colga l’opportunità di mettere a valore l’energia sprigionata da questa ‘mobilitazione’ per passare dalla fase difensiva a quella della proposta, rafforzando e innovando il sistema per la tutela del nostro Lambrusco.» Così Cecile Kyenge, europarlamentare modenese del Pd commenta positivamente l’annunciato dietrofront sulla proposta di liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione, che tanto allarme aveva suscitato anche nei produttori di Lambrusco. Ecco la dichiarazione dell’eurodeputata:
“L’annunciata volontà, da parte di Joost Korte, capo della Direzione generale Agricoltura del Parlamento europeo, di proporre al Commissario europeo per l’Agricoltura Phil Hogan il ritiro dell’atto delegato sul vino, proposta che costituiva una minaccia per tutti i vini identitari, come il nostro Lambrusco, se confermata da fatti conseguenti, come confido, è un successo del buon senso e della buona politica. Ha dato frutto l’impegno degli europarlamentari, a partire dal collega Paolo De Castro, con quale ho mantenuto un costante raccordo, dei produttori e dell’intera filiera istituzionale, comunità locali, Regione, Governo e Parlamento. Si colga l’opportunità di mettere a valore l’energia sprigionata da questa ‘mobilitazione’ per la tutela del nostro Lambrusco, per passare dalla fase difensiva a quella della proposta, rafforzando e innovando il sistema esistente. L’idea, che sostengo, di dar vita ad un distretto, ad un cluster produttivo del Lambrusco, va nella giusta direzione e può essere una di queste innovazioni”
Lambrusco – Caselli sulla proposta di ritiro dell’atto delegato: se confermata una notizia di grande importanza
“La mobilitazione delle istituzioni e del mondo produttivo sta dando i suoi frutti. Ora non abbassare la guardia”
Bologna – “La notizia se confermata è di grande importanza. La mobilitazione congiunta delle Istituzioni e del mondo produttivo contro la proposta di liberalizzazione dei vitigni autoctoni sta dando i suoi frutti. L’importante ora è non abbassare la guardia”. Così l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli commenta l’annuncio che il direttore generale Joost Korte, proporrà al commissario per l’Agricoltura Ue Phil Hogan il ritiro dell’atto delegato sulla tutela dei vini identitari. “Salvaguardare la tipicità di vini, come il Lambrusco, che hanno un stretto rapporto con il territorio significa difendere un’intera agricoltura che proprio nella tipicità e nella qualità delle produzioni ha un suo asset fondamentale. Significa insomma difendere un made in Italy che nel mondo ha sempre più successo – sottolinea Caselli – su questo fronte il nostro impegno come Regione continuerà, a fianco del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, dei parlamentari emiliano-romagnoli e dell’europarlamentare Paolo De Castro”.