E’ stata allestita a tempo di record l’aula bunker che occupa tutto il cortile del Tribunale di Reggio Emilia (in foto) e molto velocemente è terminata, dopo il lunghissimo appello, la prima udienza del processo Aemilia dove si giudicherà l’ipotesi accusatoria della Direzione distrettuale antimafia che disegna pesanti infiltrazioni mafiose anche nella ricostruzione post sisma.
Alla sbarra ci sono 147 imputati: in 37 dovranno rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso; gli altri sono accusati di reati come estorsioni, usura, danneggiamento, minacce, reimpiego di denaro di provenienza illecita, truffa, reati ambientali, in molti casi aggravati dal metodo mafioso. Tra i banchi anche l’imprenditore di San Felice sul Panaro Augusto Bianchini, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Per quanto riguarda il pubblico, tra i presenti oggi anche una piccola delegazione di esponenti politici di centrodestra della Bassa, che fuori dall’aula hanno srotolato uno striscione (immagine sotto). L’udienza è stata rinviata al 20 aprile per le discussioni sull’ammissione delle parti civili.