Le campagne di Finale Emilia: qualcuno le prende per discariche e ci deposita materiali di ogni tipo, convinto di farla franca e che mai nessuno gliene chiederà conto. Ma in questi giorni di campagna elettorale quanto meno del problema si parla. Dopo la denuncia resa nota nei giorni scorsi su quanto accade in via Ceresa, ecco un nuovo botta e risposta tra l’amministrazione comunale e l’opposizione. Ecco cosa scrive il Comune:
Augurandoci di fare definitiva chiarezza sulla vicenda dei rifiuti abbandonati in via Ceresa, tra i quali lastre e residui di materiale tipo eternit e le polemiche politiche che ne sono seguite, trasmettiamo una nota dell’Ufficio Ambiente del Comune di Finale Emilia che riassume la vicenda ed il suo evolversi.
«In data 17/2/2016, il Comune di Finale Emilia ha segnalato a Geovest l’abbandono di materiale “tipo eternit” lungo
via Ceresa. Geovest a sua volta si è attivata contattando la ditta specializzata che si occupa di trattare MCA (materiale contenente amianto), e in data 26/2/2016 tale ditta si è recata sul posto per eseguire la rimozione del materiale rilevando la seguente situazione:
– i punti di abbandono erano cinque;
– in un punto l’area di abbandono risultava piuttosto vasta e piena di frammenti anche molto fini; parte del materiale risultava “sott’acqua” e non era ben visibile;
– il materiale abbandonato era stato usato per riempire delle buche, ed il passaggio delle macchine e dei camion stava frantumando e spargendo i frammenti; l’accesso alla strada è abbastanza difficoltoso soprattutto se è piovuto.
In data 26/2/2016 Geovest ha chiesto un preventivo cartaceo per la bonifica dell’area, in modo di verificare se lo stesso possa rientrare del budget previsto per la raccolta di rifiuti abbandonati.
In data 01/03/2016 è stato inoltrato preventivo al Comune di Finale Emilia per autorizzare la bonifica, e contemporaneamente è stato avviato l’iter per lo smaltimento e sono state predisposte transenne all’inizio di via Ceresa, per impedire il transito di mezzi pesanti.
Si ricorda inoltre che:
– prima di poter effettuare la bonifica del materiale MCA, dal momento della segnalazione alla rimozione del materiale occorrono solitamente circa 2 settimane (1 settimana è necessaria per presentare il piano di smaltimento all’AUSL e 1 settimana è necessaria per organizzare gli operatori);
– la messa in sicurezza delle lastre necessita di un idoneo incapsulamento e, viste le condizioni di maltempo di questi giorni, non sarebbe stato possibile eseguire tale operazione sotto la pioggia.
Presso l’area in esame non è vero che erano presenti da tempo i rifiuti segnalati. Come testimoniano le foto scattate dal Servizio Lavori Pubblici/Ambiente in data 23/07/2015, quest’estate non erano presenti abbandoni di rifiuti. La segnalazione di abbandono di materiale tipo eternit è giunta ai nostri uffici solo il mese scorso e immediatamente ci si è attivati come descritto più sopra.
Ricordiamo infine che agli enti preposti viene data comunicazione quando si è verificato o si è appurato uno stato di sito potenzialmente contaminato.
Ai sensi della vigente normativa (D.lgs. 152/2006 a s.m.i), un’area dove sono state riscontrate – in campioni di suolo superficiale, sottosuolo o di acqua sotterranea – concentrazioni superiori a quelle massime previste dalla normativa – CSC – (anche per un solo inquinante), viene definita “sito potenzialmente contaminato”.
Quando a seguito di specifici approfondimenti si accerta la presenza di rischio per la salute umana, derivante dall’inquinamento, l’area in esame viene definita “sito contaminato”.
E’ bene chiarire che, secondo l’attuale impostazione normativa (D.Lgs.152/06, Parte Quarta, Titolo V) , la tematica siti contaminati:
– non riguarda l’inquinamento di altre matrici ambientali, come acque superficiali o aria. Quest’ultima è contemplata solo in quanto mezzo di diffusione, tramite volatilizzazione, dell’inquinamento presente nel sottosuolo
– non riguarda il mero abbandono di rifiuti in superficie (a meno che ciò non abbia a sua volta comportato l’inquinamento di terreno e/o acqua sotterranea);
– non è concepita a protezione dell’ambiente in senso lato, bensì a specifica tutela della salute umana»
Ed ecco cosa replica Vittorio Ferraresi del Movimento 5 Stelle
Dopo la nostra denuncia di sabato al corpo forestale di Modena, le forze del Comando Provinciale si sono subito attivate per rendersi conto della situazione e fare campionamenti, documentando la situazione in modo che si possa aprire il procedimento per la ricerca dei responsabili. Un bel risultato “per chi arriva secondo o terzo”.
Dispiace che ci sia stato un abbaglio e scivolone dell’Ufficio Ambiente del Comune di Finale Emilia e del Sindaco, totalmente disinformati, i siti denunciati dal M5S vanno oltre quelli riportati dalla nota del Comune, alcuni sono li addirittura dal 2010. Se avessero controllato l’intera zona si sarebbero resi conto che non ci sono solo 5 siti ma una decina. Gli stessi siti in via Ceresa non sono stati tutti presi in considerazione e solo alcuni risultano segnalati, mancano inoltre le transenne dall’altra parte della strada cui si può tranquillamente accedere. Non basta inoltre chiamare Geovest per far sistemare le cose, bisogna perseguire, oltre alla messa in sicurezza che manca totalmente visto che due transenne non possono bastare, la via della denuncia per la ricerca dei colpevoli.
Ringraziamo tutti cittadini che denunciano questi veri e propri scandali, come M5S saremo sempre disponibili ad ascoltarli e a rilanciare queste denunce per tutelare la salute della popolazione