Dal 2005 al 2014 le Aziende sanitarie locali, ovvero noi cittadini, hanno speso oltre 4 milioni e mezzo per interventi di contrasto alla legionella negli ospedali di Modena e provincia. Più precisamente, l’Ausl ha sostenuto costi per oltre 3,6 milioni di euro riferiti agli ospedali di Baggiovara, Carpi, Castelfranco, Mirandola, Pavullo e Vignola; l’Azienda Policlinico per quasi 780 mila euro e l’Ospedale di Sassuolo per circa 130 mila euro.
I dati forniti dalle Aziende sanitarie sono stati comunicati al Consiglio comunale giovedì 10 marzo dall’assessora a Welfare e Sanità Giuliana Urbelli in risposta a un’interrogazione del M5s sul rifacimento dell’impianto idrico del Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense. Lo riporta una nota del Comune di Modena. In particolare, Marco Bortolotti ha chiesto “perché si è atteso sino ad oggi per finanziare con fondi pubblici un intervento che poteva essere a carico dell’impresa; se sono stati chiesti danni; quali le condizioni degli impianti idrici di Policlinico e degli altri ospedali; come si combatte la legionella; se si sono dovuti effettuare interventi sull’impiantistica”.
Per quanto riguarda l’ospedale di Baggiovara, l’Ausl ha spiegato che “il deterioramento delle tubature ha cominciato a emergere nel 2009 ed è stato oggetto di attenzione durante il collaudo. Le cause principali sono state attribuite all’azione corrosiva conseguente al contrasto alla legionella con interventi di bonifica dell’impianto idrico attraverso shock termici e di iperclorazione, come indicato dalle allora vigenti Linee guida nazionali per la prevenzione e il controllo della legionellosi, comportando un’importante usura della rete idrica. In particolare, si è evidenziato che la zincatura di protezione delle tubazioni è particolarmente sensibile alle temperature superiori a 60 gradi e al cloro e, una volta intaccata, la corrosione diventa inarrestabile. Lo studio del 2010 dal Dipartimento di Ingegneria dei Materiali dell’Università, a cui sono state affidate le indagini chimico-fisiche di laboratorio, non ha evidenziato difetti costruttivi o nella qualità dei materiali. Il problema è anche stato oggetto di indagini nel quadro delle contestazioni raccolte dal collaudatore e, appurato che non sussistevano fondate responsabilità a carico Raggruppamento temporaneo di imprese che ha realizzato l’ospedale, si sono monitorati gli effetti della corrosione con interventi localizzati di tipo manutentivo. Di conseguenza non sono emerse motivazioni che potessero supportare una richiesta di risarcimento danni al costruttore, né un’azione legale”.
L’Ausl ha confermato di aver avviato la progettazione e la programmazione di un intervento di lungo periodo per la sostituzione graduale della rete idrica dell’ospedale di Baggiovara anche con l’obiettivo di migliorare l’azione di prevenzione della legionella.
Anche negli altri ospedali della provincia fino al 2009-2010 sono stati fatti interventi di bonifica shock che, alla luce delle nuove linee guida Regionali e dell’esperienza, sono stati poi abbandonati a favore di interventi mirati con dosaggi più contenuti per periodi prolungati, e con l’installazione di impianti di immissione in continuo di sanitizzante, riducendo così gli effetti corrosivi”.
Procedure analoghe sono adottate dall’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico dove, oltre agli interventi preventivi di routine, è in funzione un sistema di sorveglianza attiva dei casi di legionellosi che prevede, in casi sospetti, l’invio dei campioni al Laboratorio di Microbiologia del Policlinico, riferimento regionale per la diagnosi clinica di legionellosi. Fenomeni corrosivi si registrano negli di Carpi, dove dal 2008 si è proceduto alla sostituzione delle reti principali di distribuzione, e di Sassuolo dove la rete idrica ha analoghi problemi ma più contenuti rispetto a Baggiovara.
Marco Chincarini di Per me Modena ha chiesto la trasformazione in interpellanza per sottolineare: “Stiamo dicendo che la zincatura delle tubature si è corrosa perché abbiamo portato acqua a temperature superiori a 55 gradi. Cioè, una prassi normale di manutenzione, che deve essere fatta e quindi prevista, ha rovinato l’impianto”.
L’interrogante Marco Bortolotti del M5s si è detto perplesso per la differenza tra i costi di Baggiovara (1,8 milioni) e quelli del Policlinico (780.000) precisando che ritrovarci a dover rifare un impianto dopo dieci anni non è una spesa completamente giustificabile con i cittadini. L’ospedale di Sassuolo ha gli stessi anni ma non gli stessi problemi; un errore c’è stato e bisognerebbe sapere chi l’ha commesso. Chiediamo all’Amministrazione una verifica di quanto accaduto, per garantire meglio gli impianti nuovi anche se comporterà a un aumento dei costi”.
Replicando l’assessora Urbelli ha parlato di “preoccupazioni condivisibili”, spiegando che “il batterio della Legionella è diffuso in tutte le strutture sanitarie e difficile da estirpare soprattutto se i ceppi sono molto aggressivi come accaduto a Baggiovara. Ma – ha precisato – questi non sono interventi di normale manutenzione, sono prassi straordinarie di disinfezione dovute a concentrazioni batteriche elevate. La buona notizia è semmai che si sono modificate le prassi e le modalità di disinfezione con interventi costosi ma preventivi e prevedibilmente esaustivi”.