Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

Troppi pesticidi, Legambiente lancia l’allarme: l’area del Secchia è tra le peggiori

da | Mar 25, 2016 | In Primo Piano, Agricoltura | 0 commenti

Un cocktail micidiale di 65 sostanze diverse, che permangono anche anni e anni dopo la lor messa al bando, con l’area del Secchia che è tra quelle più problematiche di tutta la nostra regione. Una situazione che ha il suo apice nelle campagne ma che non risparmia i centri abitati dove questi veleni si trovano nei piccoli orti privati oppure usati dalle società che curano il verde pubblico delle città.

Sono i punti principali emersi dal “Dossier pesticidi” presentato da Legambiente Emilia-Romagna, che chiede “un cambio forte nelle politiche sull’uso dei pesticidi in regione e nel bacino padano e una veloce trasformazione verso pratiche agricole meno impattanti”, spiega a Repubblica Lorenzo Frattini, presidente degli ambientalisti emiliani.  “Nel 2014 abbiamo scritto a tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna per l’iniziativa ‘Pesticidi no grazie’ per invitarli a bandire l’uso di queste sostanze nei viali, nei giardini e nei parchi ma nessuno ci ha risposto – continua Frattini – C’è poca consapevolezza negli uffici di questo problema”.

Il primo aspetto affrontato da Legambiente è la mancanza di dati aggiornati, con l’ultimo rapporto nazionale Ispra che si riferisce a dati del 2012. Legambiente ha usato invece dati ufficiali riferiti al 2014 disponibili sui siti regionali, che confermano “una situazione allarmante”. “Si rintracciano presenze di pesticidi nella maggior parte dei campioni di acque superficiali analizzati, numerosi sono i superamenti dei limiti di legge e delle soglie cautelative e si riscontra la presenza di più principi attivi contemporaneamente, il cosiddetto effetto cocktail”, si legge nel dossier, che sottolinea anche la presenza di sostanze come Atrazina e Duron “messe al bando da diversi anni”.

In particolare le sommatorie medie annue nelle stazioni superano il limite massimo di concentrazione consentito (un microgrammo per litro) nelle stazioni del Canale emissario e del Cavo Lama sul Secchia (Modena) e in due stazioni della Burana navigabile nel ferrarese. Livelli però che si alzano notevolmente se si prendono in considerazione i singoli prelievi effettuati in giorni specifici nel corso del 2014 dove si superano in molti casi i 10 microgrammi, sempre sul Secchia, nel ferrarese, ma anche in alcuni punti del Reno tra Bologna e Ravenna, dell’Arda nel piacentino, del Po di Volano (Ferrara) o in quello dell’Uso (Rimini). Punti dove si ritrovano mix di 20 o anche 30 sostanze diverse contemporaneamente, i cui effetti sulla salute non sono ancora stati studiati a fondo.

Condividi su: