Invecchiamento attivo, non autosufficienza, casa, rapporto tra le generazioni.
Se ne è parlato oggi in Regione, nel corso della quinta Conferenza del Piano d’azione regionale per la popolazione anziana (PAR) – sono oltre un milione gli anziani residenti in Emilia-Romagna – rivolta principalmente ad amministratori, operatori sociali, sindacalisti, organizzazioni del Terzo settore e del volontariato.
Da quanto è emerso nel “Rapporto sociale anziani”, presentato nel corso del convegno, in Emilia-Romagna da un lato esiste una quota importante di anziani in buona salute e a basso rischio di malattia, le cui abitudini rispetto alla pratica sportiva, ai media e ai consumi culturali li rendono più attivi rispettodella media dei loro coetanei nel resto del Paese. Dall’altro, insieme agli anziani in buona salute, convivono186.379 anziani non autosufficienti (dati 2014), cioè il 18% della popolazione ultra 65enne (4% della popolazione totale) e quelle a basso reddito, per le quali l’invecchiamento diventa motivo di esclusione sociale e isolamento.
Dati popolazione anziana In Emilia-Romagna (fonte: RER, Servizio controllo strategico e statistica)
Gli anziani residenti in Emilia-Romagna al 1° gennaio 2015 sono oltre un milione, pari al 23,4% del totale della popolazione regionale. Gli ultrasettantacinquenni sono 553.017 (12,4% della popolazione complessiva) e le persone che hanno superato gli ottant’anni risultano oltre338 mila (7,6%). La componente femminile appare prevalente, costituisce il 57% dei residenti di 65 anni e oltre e sale al 63,8% tra i grandi anziani (80 anni e oltre).
Le previsioni demografiche indicano nel periodo 2015-2035 una crescita complessiva della popolazione anziana (65 e oltre) di circa il 22% a fronte di una sostanziale stabilità della popolazione complessiva (+0,6%).
Nel confronto con la situazione attuale, sarà soprattutto la popolazione nella fascia di età 65-74 anni a guadagnare consistenza: fra venti anni tutte le generazioni dei baby-boomers saranno infatti transitate nelle età anziane.
Dopo anni di miglioramenti nel rapporto tra anziani e giovani, dal 2010 assistiamo ad un nuovo peggioramento: mentre il numero degli anziani continua ad aumentare, quello dei giovani risente del calo in atto nel numero dei nati e della diminuzione dei flussi in ingresso. Con queste premesse fra 20 anni potrebbero contarsi in Emilia-Romagna quasi 240 anziani ogni 100 giovani con meno di 15 anni a fronte dei circa 174attuali.
Dall’indagine multiscopo Istat “Aspetti della vita quotidiana” emerge come in Emilia-Romagna le famiglie con anziani siano oltre una su tre, il 38%, e il 26% sia composta solo da anziani. Il declino della fecondità, l’aumento della mobilità degli individui e i cambiamenti nella formazione della famiglia e nelle scelte residenziali hanno portato ad un aumento costante nel tempo degli anziani che vivono soli. Nel 2014il 28% delle persone con 65 anni o più vive da solo a fronte del 12% che si rilevava nei primi anni 2000. Il dato nasconde un notevole divario di genere: la percentuale di uomini anziani soli è del 17% contro il 37% delle donne.
Il 38% degli ultrasessantacinquenni dichiara – nell’indagine Istat – Multiscopo ‘Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari’ – di stare bene o molto bene, mentre il 16% ritiene di essere in cattive condizioni di salute. A tutte le età le donne tendono a dichiarare più frequentemente degli uomini di avere un cattivo stato di salute e le differenze si accentuano proprio tra gli anziani: dopo i 65 anni dichiara cattive condizioni di salute il 18,7% delle donne e il 13% degli uomini.
Osservando le abitudini rispetto alla pratica sportiva, ai media e ai consumi culturali, gli anziani emiliano-romagnoli appaiono più attivi della media dei loro coetanei nel resto del Paese e ancora interessati alla realtà che li circonda ed alle opportunità di svago (indagine multiscopo Istat “Aspetti della vita quotidiana”). Nel 2014, in Emilia-Romagna il 62% degli uomini ultrasessantacinquenni e il 42% delle donne praticanosport o almeno qualche attività fisica, percentuali di gran lunga superiori alla media italiana. Gli uomini appaiono più interessati alla lettura dei quotidiani, il 75% li legge almeno una volta a settimana contro il 50% delle donne, mentre le anziane dedicano più tempo alla lettura di libri, il 38% ha letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi contro il 35% degli uomini. Nell’uso delle nuove tecnologie permane un chiaro svantaggio femminile: il 71% delle donne anziane utilizza il cellulare rispetto all’83% degli uomini e solo il 12% usa il computer o internetcontro il 27% dei coetanei maschi. Una quota significativa di anziani risulta impegnata in attività di volontariato: nella nostra regione il 22%degli uomini e il 13% delle donne (contro il 16% e l’11% rilevato a livello nazionale) prende parte a riunioni di associazioni o svolge attività gratuita presso di esse.
Cos’è il Par
Il Piano è uno strumento integrato che non appartiene ad alcuna area specifica della programmazione regionale (per esempio, il Piano sociale e sanitario o i Piani di zona), ma disegna obiettivi e sinergie per lo sviluppo integrato di tutte le politiche.