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Centro islamico, la Lega Nord: “Vogliamo trasparenza su statuto e provenienza dei soldi”

da | Mag 25, 2016 | Mirandola, Cavezzo, Basso mantovano | 0 commenti

«A quattro anni dal terremoto, molti cittadini che risiedono ancora nei Map e tante imprese attendono le risorse per poter ripartire. Mentre, il centro culturale islamico di Mirandola» è già pronto. A dirlo sono il consigliere regionale della Lega Nord, Stefano Bargi, e quello comunale del Carroccio di Mirandola, Guglielmo Golinelli.

La polemica dei leghisti con l’Ente Commissariale, presieduto dal governatore Bonaccini, non si esaurisce qui. In quanto, lo statuto del Centro Islamico di Mirandola, dicono, «non è esattamente trasparente. Visto che sarebbe vietato per i centri culturali svolgere la funzione di luoghi di culto, anche per la destinazione d’uso dei locali loro assegnati; ma, all’articolo 2 dello stesso statuto, si legge, tra le finalità c’è anche quella di «creare luoghi di preghiera e di culto».

La cosa sulla quale Bargi (che ha presentato un’interrogazione sul tema) e Golinelli chiedono di vedere in maniera chiara è la provenienza dei fondi per riapertura del centro islamico: «Al di là del fatto che critichiamo le procedure con cui, in maniera solerte, si sono stanziate le risorse pubbliche per aprirlo, lascia molti dubbi il fatto che alcune risorse per la sua creazione siano arrivate dal Qatar. Secondo uno schema che si ripete curiosamente in tutto il nord Italia e, quindi, anche in Emilia-Romagna. Che interesse ha un paese straniero ad investire in questi luoghi “culturali”? Stiamo assistendo – si chiedono i leghisti – ad una forma di colonizzazione economica e culturale nel nostro Paese e nella nostra regione? Bonaccini, che si è dato tanto da fare per finanziare la ricostruzione dei centri islamici – concludono Bargi e Golinelli – deve spiegarci cosa si nasconde dietro a questo centro, che speriamo non sia un luogo di culto mascherato.»

 

Gruppo Lega Nord Emilia-Romagna

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