“Etica e Finanza, una prospettiva cristiana”: questo il titolo della lectio magistralis che ha tenuto recentemente , a Medolla, Don Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena.
Nunzio Borelli, del Circolo Medico “M.Merighi” che ha promosso l’incontro, ha scelto per noi alcuni passaggi della della lezione.
“Il criterio di fondo che la Chiesa, nella sua dottrina sociale, adotta per valutare e orientare le diverse impostazioni economico-finanziarie è il seguente: sono tanto più accettabili quanto più rispettano l’integrità della persona umana, cioè quanto più coniugano libertà del soggetto e responsabilità sociale; e viceversa, sono tanto meno accettabili quanto meno integrano soggetto e società, individuo e collettività. Concretamente la Chiesa articola questo criterio di fondo in tre grandi principi, che sono come le colonne della sua dottrina sociale e quindi anche dell’etica economica e finanziaria; questi tre principi rispecchiano le tre idee a cui ho fatto cenno: alla libertà individuale corrisponde il principio della dignità personale, alla responsabilità verso la collettività corrisponde il principio della solidarietà e alla fraternità fra le persone, nei gruppi sociali, corrisponde il principio della sussidiarietà. Questi principi si applicano a tutti i campi dei quali si occupa la morale sociale cristiana: rispetto della vita in tutte le sue fasi, valore della famiglia fondata sul matrimonio, libertà di educazione, cura del creato, pace e disarmo e, infine, l’argomento su cui stiamo riflettendo: giustizia ed equità. A Conclusione della Sua Straordinaria Lectio , sottolineata da un lungo applauso, Il Vescovo Erio ha ricordato che il tema dell’etica e finanza è stato approfondito con particolare lucidità da Benedetto XVI nell’enciclica sociale Caritas in Veritate (2009), dove prospetta un’economia e una finanza che, in base all’assunzione della dimensione fraterna e gratuita delle relazioni, diventano anche più efficienti e produttive. La logica del “dono”, dice Benedetto XVI, fa bene non solo alle persone, sia a quelle svantaggiate sia a quelle benestanti, ma anche all’economia stessa, perché favorisce uno scambio ricco di beni, che fa circolare le merci, il denaro e le risorse umane.”