Usavano calcestruzzo depotenziato per le opere di ricostruzione dopo il terremoto del 2012 nel Modenese, tra cui la scuola elementare di Finale Emilia. É l’ipotesi d’accusa della Procura di Modena che ha incaricato la polizia di Modena ad eseguire oggi venti provvedimenti di perquisizione, tra le province di Modena (in particolare a Mirandola e a Finale Emilia), Bergamo, Bologna, Lodi, Mantova, Milano, Piacenza e Verona, nei confronti di 15 persone ritenute responsabili di fornire e utilizzare il materiale per opere effettuate nel “cratere” del sisma di quattro anni fa.
Le indagini, iniziate nel dicembre del 2015, sono state condotte dalla squadra Mobile modenese, coordinata dal procuratore di Modena Musti e dal sostituto Ferretti: è stato accertato il coinvolgimento di due importanti aziende del Nord Italia, la Betonrossi di Piacenza, operante nel settore della fornitura di calcestruzzi, e la A&C di Mirandola, il cui proprietario Stefano Zaccarelli è presidente dell’associazione costruttori di Confindustria Modena, che si occupava delle costruzioni. I 15 indagati sono quadri e dirigenti delle aziende coinvolte.
Il nome dell’operazione, “Cubetto”, deriva dai campioni di cemento, detti cubetti, utilizzati per alterare le analisi di laboratorio effettuate. Agli indagati è stata infatti contestata anche la falsificazione delle certificazioni inerenti le caratteristiche tecniche del calcestruzzo. In particolare, tra le opere oggetto d’indagine c’è la costruzione, realizzata con cemento depotenziato, di una scuola elementare di Finale Emilia, comune interessato dall’operazione “Aemilia”, che ha disvelato collegamenti tra l’amministrazione del Comune e la criminalità organizzata. Per tale motivo era stato, tra l’altro, oggetto di accesso da parte della Prefettura di Modena.
“Le perquisizioni – si legge sulla Gazzetta di Modena – hanno riguardato aziende e abitazioni degli indagati a cui sono stati sequestrati anche i telefoni cellulari oltre che i computer e i vari supporti informatici. Alla Betonrossi sono stati presi i dati di fornitura degli impianti di Finale, Medolla, Carpi, Mantova, Modena e San Benedetto Po, relativi anche ai cinque cantieri sotto indagine. Molto più corposa la documentazione recuperata in “A&C” compresi i fascicoli di tutte le ricostruzioni post terremoto, pubbliche e private. L’analisi degli agenti della squadra Mobile della polizia e del nucleo operativo della municipale di Modena sono intervenuti anche in Acea Costruzioni e Cls, le altre due imprese di famiglia degli Zaccarelli”.
Aggiornamento ore 9
Sono in corso da questa mattina diverse perquisizioni nella Bassa all’interno di alcune aziende nell’ambito di una complessa indagine cordinata dalla Procura di Modena ed eseguita dalla squadra mobile che riguarda il presunto utilizzo di cemento depotenziato per la ricostruzione post terremoto.
In particolare, secondo quanto riporta il Resto del Carlino, nel mirino degli inquirenti ci sarebbe almeno un edificio pubblico.
La polizia sta prelevando numerosi documenti dalle sedi delle aziende sospettate, alcune anche molto note nella Bassa.
Aggiornamento ore 11
Si parla di 15 persone indagate nell’inchiesta denominata ‘Cubetto’ e del coinvolgimento di almeno due ditte operanti nei lavori di ricostruzione post terremoto. Interventi che, spiega Prima Pagina, sarebbero stati realizzati con cemento depotenziato. Le forze dell’ordine hanno eseguito un blitz in mattinata nei comuni interessati dai lavori in particolare a Finale Emilia dove al centro dell’attenzione degli inquirenti ci sarebbe la scuola media Frasoni una delle scuole che sarebbe stata ricostruita con materiali ‘depotenziati’ rispetto agli standard.
Aggiornamento ore 13
Cemento depotenziato per la costruzione di edifici dopo il terremoto del 2012: sulla base di questa ipotesi sono state eseguite 20 perquisizioni nelle provincie di Modena, Bergamo, Bologna, Lodi, Mantova, Milano, Piacenza e Verona nell’ambito di una operazione denominata ‘Cubetto’ coordinata dalla Procura di Modena ed eseguita dalla squadra mobile.
Tra gli edifici, fa sapere l’Ansa, ci sarebbe anche un edificio pubblico: una scuola elementare di Finale Emilia. Due le aziende coinvolte, la Betonrossi di Piacenza, attiva nella fornitura di calcestruzzi, e l’Aec di Modena che si occupava delle costruzioni. Sono quindici gli indagati.
LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI SULL’INCHIESTA CUBETTO
LEGGI ANCHE: 23 aprile 2016, quando Finale faceva festa per l’inaugurazione delle nuove scuole