Cosa succede in Emialia-Romagna? “Due femminicidi in pochi giorni, è allarme nella nostra regione”. Lo lancia il Coordinamento dei centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna ricordando, in una nota, anche che sui femminicidi in regione, saliti a quattro dopo l’uccisione, avvenuta a Modena, della 55enne Betta Fella da parte del suo convivente. Si tratta del secondo delitto in pochi giorni, dato che, il 24 giugno, a Piacenza, la 50enne Simona Rossi è stata uccisa dal marito, che poi si è suicidato.
La legge
Nonostante i numeri non proprio rosei il Coordinamento dei centri antiviolenza osserva con soddisfazione che ieri “è iniziato, in commissione istruzione e cultura della camera, l’iter sull’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole, e finalmente il parlamento discuterà di prevenzione della violenza maschile sulle donne, e non soltanto di leggi punitive e ‘securitarie'”.
L’auspicio, ora, è che “si prosegua su questo doppio binario: fondi ai centri antiviolenza e corsi di educazione al genere e all’affettività nelle scuole, per smontare i meccanismi della violenza alla radice”.
La Cgil
Da parte sua, invece, la Cgil di Modena condanna il femminicidio esponendo, da oggi, la bandiera a mezz’asta listata a lutto. Purtroppo, scrive il sindacato, “anche in una provincia con un alto tasso di emancipazione femminile come modena sono radicati comportamenti aggressivi originati dal permanere di una cultura patriarcale”. A questo punto la Cgil, che esprime vicinanza ai famigliari della vittima, auspica che il piano antiviolenza approvato dalla regione “entri in funzione velocemente”, e sollecita “le associazioni datoriali a un percorso comune per declinare sul territorio modenese il protocollo nazionale firmato da Cgil-Cisl-Uil e Confindustria contro le molestie nei luoghi di lavoro”.