No, non va tutto bene, Madama La Marchesa. Lo si vede dal lavoro di Procura e Tribunale sulla ricostruzione emiliana. Se qualcuno crede ancora alla nostra presunta superiorità morale, forse deve rivedere le proprie convinzioni. Quello che emerge dal lavoro della Magistratura è una quadro a tinte fosche della nostra ricostruzione. I fatti.
Amianto – Secondo le accuse del processo Aemilia, sarebbe finito nelle fondamenta di alcuni edifici pubblici.
Favoritismi – Che ci siano terremotati di serie A e terremotati di serie B lo pensano in tanti, soprattutto chi sta ancora attendendo il via libera per ricostruire casa sua e vede il fienile dei vicini rimesso a nuovo. Chiacchiere? Impressioni? Per ora c’è solo la condanna a Giulio Gerrini , capo ufficio tecnico del Comune di Finale Emilia di cui è stato accertato l’ abuso d’ufficio.
Avvoltoi – Da alcune intercettazioni si sentono imprenditori ridere e fregarsi le mani subito dopo la prima scossa nell’attesa di avere appalti nella Bassa. Gente che fa il paio con gli sciacalli che tra le macerie del terremoto e le case inagibili cercano cose da rubare.
Infiltrazioni mafiose – Estorsioni, usura, furti, incendi, intestazione fittizia di beni sono solo alcuni dei reati contestati a vario titolo nel maxiprocesso Aemilia ai 54 presunti appartenenti alla associazione mafiosa con radici in Calabria e affari a casa nostra in combutta con modenesi doc.
Cemento farlocco – Sarebbe stato usato per ricostruire una scuola a Finale Emilia. Si indaga per capire se le due aziende coinvolte (una di Piacenza e una di Mirandola) abbiamo usato lo stesso cemento depotenziato più economico e meno sicuro anche in altre opere della ricostruzione emiliana.
Truffe – Infine, le truffe dei nostri concittadini sui contributi gonfiati per la ricostruzione, o l’accesso fraudolento al mutuo agevolato che, di fatto, utilizzava fondi destinati ai terremotati veri.
Insomma, mentre i parenti delle vittime ancora aspettano giustizia per chi ha perso la vita nel sisma (il processo per il crollo del capannone Haemotronic— quattro morti— è stato archiviato, per i tre che sono deceduti alla Meta è in corso un procedimento sul concorso di colpe anche tra sindaco di San Felice e tecnici comunali) i contorni sono quelli della vera e propria emergenza legalità. Cui non corrisponde, purtroppo, altrettanta indignazione popolare: rialziamo la testa e rivendichiamo l’orgoglio di essere diversi.
Articolo originariamente apparso il numero 2 del mensile SulPanaro.net