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Rinvio a giudizio per omicidio colposo e falso, il sindaco di San Felice non si dimette

da | Lug 10, 2016 | In Primo Piano, San Felice sul Panaro | 0 commenti

Rinvio a giudizio per omicidio colposo e falso, il sindaco di San Felice sul Panaro resta in sella e non si dimette. Il sindaco Alberto Silvestri interviene con una nota sulle decisione del giudice per le indagini preliminari, che ha rinviato a giudizio lui e Daniele Castellazzi, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune, per il crollo della Meta, avvenuto il 29 maggio 2012: “Ripeto quel che ho sempre detto: quel che è accaduto alla Meta merita verità, giustizia e rispetto per le famiglie delle vittime, anche nei toni con cui se ne parla o se ne scrive. Sono ovviamente dispiaciuto di questo rinvio a giudizio, ma sia io che l’ingegner Castellazzi siamo sereni, fiduciosi nell’operato della magistratura e convinti di poter dimostrare la nostra innocenza nella sede naturale del processo, che è la fase del dibattimento. Sicuramente sarà una prova faticosa, come qualsiasi processo, ma che affronteremo con il sostegno già dimostrato da parte di tanti, che ringrazio per la loro vicinanza e solidarietà”.

Nessun accenno, dunque, a dimissioni, che non sono state contemplate benchè siano state richieste dal Movimento 5 Stelle. Del resto anche il Partito democratico fa quadrato attorno al sindaco sanfeliciano.

“Esprimo solidarietà e vicinanza ad Alberto Silvestri e, idealmente, a tutti i sindaci dell’Area Nord che, nella contingenza delle scosse, furono chiamati a un lavoro straordinario, senza una cornice giuridica nazionale certa, ad affrontare una calamità gravissima e inedita per quelle zone – commenta la segretaria provinciale del Pd Lucia Bursi –  In quei giorni difficilissimi, i primi cittadini lavorarono senza risparmiarsi al fianco e per il bene delle loro comunità colpite dal terremoto. Sono certa che Alberto Silvestri, nel dibattimento, avrà occasione di spiegare nel dettaglio l’operato convulso di quei giorni, sempre e solo dominato dalla necessità di far risollevare, al più presto, un paese che stava cominciando a contare i danni e a rendersi conto delle enormi difficoltà che dovevano essere affrontate. Sono vicina alle famiglie delle vittime, tutte persone che stavano attivamente cercando di mettere a disposizione il loro lavoro per tentare di tornare al più presto alla normalità. Esprimo piena fiducia nell’operato della magistratura che, come sempre, saprà fare chiarezza su questa vicenda particolarmente complessa”.

“Sono certo  – aggiunge il senatore Stefano Vaccari – che i magistrati della Procura hanno fatto con scrupolo il loro dovere, ma accanto alla mia fiducia nella giustizia, perché faccia presto e bene il suo compito, voglio qui ribadire il mio personale e politico sostegno ad Alberto. Abbiamo vissuto assieme quei drammatici giorni dopo il 20 e il 29 maggio 2012 e so come ha lavorato assieme alla sua giunta, i suoi dipendenti comunali e gli altri sindaci del cratere. Con capacità, dedizione, abnegazione, impegno senza risparmiarsi mai, per ridare subito la possibilità alle imprese di ripartire, ai cittadini di avere risposte ai bisogni primari, alle scuole di poter riaprire a settembre. Contribuendo a scrivere strada facendo, con il Presidente Errani e il Prefetto Gabrielli, le regole per poterlo fare, perché questo Paese ne era sprovvisto.
In questo contesto si poteva sbagliare qualcosa ? Certo, ma lo abbiamo fatto tutti insieme per chi ha avuto responsabilità in quel periodo, perché eravamo chiamati a dare risposte ogni istante, i sindaci più di tutti noi, nell’interesse supremo di rispondere ai cittadini e alle imprese.
Finora, è bene ricordarlo, responsabilità dolose o colpose non ne sono emerse ed è chiara a tutti l’eccezionalità della conclusione a cui sono arrivati i giudici.
La magistratura terminerà il suo corso, ma le insinuazioni di cui qualcuno scrive non aiutano un corretto, regolare e rispettoso svolgimento di quel corso, fino alla prima udienza ipotizzata per il gennaio 2017.
Sono certo che Alberto saprà difendersi dalle accuse e dalle insinuazioni, e io sarò al suo fianco, ma prendendo esempio da altre roboanti vicende giudiziarie, finite in un nulla di fatto, mi auguro che tutti sappiano moderare toni e termini nel commentare la vicenda, per non doverne rispondere poi politicamente o davanti a un giudice.”

 

 

 

 

 

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