La confusione regna sovrana, già nel nome, “allerta”: maschile o femminile? Persino l’Accademia della Crusca accetta entrambi gli usi e così, per quanto riguarda i bollettini di allerta meteo, si utilizza genericamente il genere maschile, in assenza di una norma che toglierebbe ogni dubbio.
Cosa c’entra questa introduzione di tipo lessicale? C’entra, perché se la confusione è già nell’uso del termine, figurarsi cosa può succedere quando si va a dare un’occhiata ai bollettini di allerta emessi dalla Protezione Civile regionale – la quale, per inciso, va solo ringraziata – da gennaio a giugno: 71 in sei mesi in tutto il territorio dell’Emilia-Romagna e, di queste, circa una sessantina riguardavano direttamente la macrozona D, quella della nostra Bassa. Il calcolo è presto fatto: significa un allerta meteo ogni tre giorni. Pioggia e temporali con grandine, piene e rischio idrogeologico, neve, vento forte – anche quello – e, quando arriva l’estate, disagio climatico per le ondate di calore. Considerando che, in genere, gli allerta durano in media 40-48 ore, significa che due giorni su tre siamo potenzialmente a rischio. E, a tutti gli effetti, dai piccoli tornado alle grandinate violente, non ci facciamo mancare nulla.
Articolo originariamente pubblicato sul numero 3 del magazine SulPanaro.net