Il vino modenese per eccellenza, quel nettare rosso frizzante che solo a respirarne l’odore rimanda ai vigneti della nostra Emilia, è osservato speciale. Lo guardano con ammirazione e non poca invidia gli spagnoli e i portoghesi che vogliono coltivare questo tipo d’uva e produrre un Lambrusco che niente abbia a che fare con la pianura padana. Lo tengono d’occhio sommelier e intenditori che gli conferiscono sempre più premi e riconoscimenti. Lo studiano gli enologi che stanno già vinificando il Lambrusco Bianco. E lo monitorano i direttori marketing delle grandi aziende, che si inventano, pensate un po’, anche un marchio e una campagna di comunicazione (“RossoModna”) per insegnare a tutti che per mangiare la pizza ci sta benissimo anche il Lambrusco. Insomma, il Lambrusco piace sempre di più e si evolve. Un vanto che la Bassa valorizza forse troppo poco.
Questo articolo è originariamente apparso sul numero 1 del magazine SulPanaro.net