Dopo la moria di pesci nel Cavo Levata del giugno scorso, ho provveduto a interrogare la sindaca – spiega il Consigliere comunale Antonio Spica in un comunicato stampa– sul perché periodicamente avviene tale increscioso problema; nell’interrogazione presentata in giugno, che fra le altre cose chiedeva se era possibile uno sversamento di liquami nei corsi d’acqua e quali controlli il Comune avesse fatto, o se risultassero malfunzionamenti dell’impianto di depurazione biologica gestito da HERA, quanta acqua fosse caduta sul territorio il giorno della moria dei pesci e quanta la settimana successiva e se avesse creato altro simile evento, e questo dopo la risposta a mezzo stampa dellasindaca (vedi articolo del 12 giugno “Resto del Carlino”) che incolpava unicamente i temporali, ci manca solo che ci dicano che i pesci muoiono annegati – ironizza Spica – ho chiesto altresì la documentazione dei rilievi effettuati da ARPAE. Ebbene, risulta intanto che – da relazione ARPAE – le precipitazioni del 6 giugno sono state pari a 1,6 millimetri, il 7 giugno pari a 0, mentre domenica 19 giugno di 12,4 (dati riferiti alla stazione significativa più vicina di Albareto) e seppur 10 volte tanto non si è verificata alcuna moria di pesci: crolla quindi l’ipotesi del Sindaco. Dagli esami delle campionature dell’acqua effettuate l’8 e il 9 giugno – prosegue Spica basandosi sempre sui dati forniti dall’Agenzia prevenzione ambiente Emilia Romagna – pare non emergano “valori significativi di compromissione della qualità delle acque: la misura del tasso di saturazione dell’ossigeno mostra invece come la situazione sul Cavo Levata sia peggiore (7%) di quella del Naviglio alla stessa altezza (18%)”. Cosa è successo dunque, aldilà del fatto che le campionature sono state eseguite l’8 giugno e giunte in laboratorio il 6 luglio, con notevole ritardo visto che la moria dei pesci si registrò il 6 giugno, ritardo lamentato anche da volontari pescatori locali che a dir loro la moria riguardò diverse centinaia di kg. di pesce. E’ la stessa Agenzia a ricordare che il Cavo Levata viene alimentato da acque del reticolo fognario proveniente dallo scolmatore MOD 1-6 e che a seguito delle precipitazioni del 6 giugno, vi è stata attraverso gli sfioratori di piena, una immissione di acque reflue urbane “non depurate” nei corsi Levata e Naviglio causando un peggioramento della qualità delle acque. Alla luce dei dati forniti è indubbiamente necessario che sindaca e assessore competente, chiedano in Regione un pronto intervento sullo scolmatore per porre definitivamente fine all’annosa questione e garantire la salubrità delle acque a fronte della salute dei cittadini e della fauna ittica, non basta solo controllare se non si pongono soluzioni efficaci. Intervenga dunque prontamente – se ne è capace – l’sssessora all’ambiente e territorio Paola Gazzolo anche e non solo per il ripopolamento della fauna ittica, ricordando inoltre, che è già scaduto abbondantemente il tempo in cui doveva presentare il piano di messa in sicurezza del nodo idraulico così come Lei stessa promise all’incontro pubblico di Bomporto diversi mesi fa.
Moria di pesci nel canale a Bastiglia, Spica incalza la sindaca
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