La Regione Emilia Romagna ha pubblicato sul sito www.alimenti-salute.it l’elenco dei panificatori che aderiscono alla campagna “Pane Menosale”. Sono 45 le aziende di panificazione in provincia di Modena che aderiscono all’iniziativa e solo poche si trovano nella Bassa, e solo a Finale Emilia, Mirandola e San Felice sul Panaro.
L’eccessivo consumo di sale con l’alimentazione, spiega una nota dell’Ausl, è uno dei principali problemi di salute nella popolazione, rappresentando un rischio per l’insorgenza di ipertensione arteriosa ed altre malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumori, patologie renali ed osteoporosi. Secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non si dovrebbero consumare più di 5 grammi di sale al giorno, ma in Emilia-Romagna si stima che la quantità introdotta sia circa il doppio, specie fra i maschi.
Per questo la Regione ha sviluppato la campagna “Pane Menosale” che promuove la produzione e il commercio di pane con ridotto contenuto di sale (non superiore all’1,7%). L’iniziativa ha ottenuto il sostegno del Ministero della Salute col logo “Guadagnare Salute” che contraddistingue le campagne nazionali che promuovono sani stili di vita. L’elenco dei panificatori aderenti è stato pubblicato sul sito regionale “Alimenti & Salute” www.alimenti-salute.it/pane- meno-sale.
In provincia di Modena i panifici in grado di fornire almeno una linea di prodotto con un basso contenuto di sale, aderenti alla campagna, sono 45. Ciascuno di loro è facilmente riconoscibile grazie all’esposizione della vetrofania e del materiale informativo con il logo e il titolo della campagna. Nella nostra provincia l’iniziativa è coordinata dal Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’Azienda USL di Modena ed è sostenuta dalle associazioni di categoria Confesercenti/ Assopanificatori, Lapam/Confartigianato, Cna, Confcommercio/FAM.
Più in salute con meno sale
La principale fonte di sale nell’alimentazione è rappresentata dai prodotti trasformati (alcuni salumi e formaggi, cibi pronti in scatola o vasetto, patatine o altri snack, pane e prodotti da forno), seguita dal sale che ognuno di noi aggiunge volontariamente ai cibi. Solo il 10% del sale introdotto è quello presente naturalmente negli alimenti.
Fra i prodotti trasformati, il pane è quotidianamente consumato dalla quasi totalità della popolazione. Pertanto, la riduzione del sale nel pane può contribuire ad abbassarne l’apporto quotidiano unitamente ad altri comportamenti, quali la diminuzione del consumo di alimenti trasformati ricchi di sale e la riduzione dell’aggiunta di sale ai cibi. Tra l’altro, il nostro palato si abitua rapidamente alla minore sapidità degli alimenti ed il sapore di un cibo può essere invece arricchito attraverso l’aggiunta di erbe aromatiche o condimenti quali succo di limone o aceto. Inoltre, per i cibi confezionati è importante consultare l’etichetta nutrizionale, la quale deve riportare il contenuto di sale dell’alimento e che diventerà obbligatoria per tutti i prodotti alimentari a partire da dicembre di quest’anno