Il progetto rientra nel piano di interventi per la ricostruzione di San Prospero: 200 mila euro su un totale di 4,6 milioni (nel computo anche la ristrutturazione della sede comunale e i lavori su Villa Tusini, che dovrebbero cominciare nel 2017) sono stati destinati ad un programma che non riguarda la ricostruzione in senso stretto, ma la sicurezza. In che modo? Attraverso l’installazione di alcune telecamere di videosorveglianza, a circuito chiuso.
Lo hanno denominato “progetto sicurezza”: il costo è appunto di 200 mila euro, e le videocamere saranno installate in alcuni punti sensibili del centro di San Prospero. Di fatto, i punti critici sono stati individuati principalmente negli incroci con la Canaletto, perché l’obiettivo è quello di tracciare gli spostamenti degli eventuali malviventi che dovessero delinquere a San Prospero (o passarvi per compiere i loro colpi). Le videocamere saranno collegate per questo motivo con la Polizia municipale.
Si tratterà insomma di un sistema di sorveglianza che faciliterà il controllo e soprattutto dovrebbe fungere come utile supporto ex post, per le forze dell’ordine e gli inquirenti che dovranno fare le indagini relativamente ad episodi di cronaca come furti e rapine, ad esempio. «I cittadini sono sempre più preoccupati per la loro sicurezza, crediamo che con questo intervento metteremo a disposizione un valido deterrente che potrà migliorare la percezione della sicurezza», ha sostenuto in sede di presentazione del progetto il sindaco di San Prospero, Sauro Borghi.
Intuitivamente, la presenza delle videocamere di sorveglianza ha anche una funzione preventiva, o quantomeno dovrebbe averla, dal momento che si ritiene che la videosorveglianza possa far recedere i malviventi dal loro intento criminoso, magari temendo di essere riconosciuti proprio grazie ai filmati. In realtà, la quotidianità dimostra come ladri e rapinatori, solo per citare alcune categorie, tentino comunque l’azzardo, il rischio, e che le videocamere si trovano ad essere importanti, quando non fondamentali, per ricostruire quanto accaduto e individuare ex post i malfattori. Le statistiche tuttavia sono positive e raccontano che, nelle città e nei comuni in cui sono installate le telecamere, i reati in genere diminuiscono, anche se non sempre in misura così significativa.
C’è chi potrebbe vederle in cattiva luce per questioni di privacy, e anche questo è un dato su cui riflettere, anche se vale la convinzione di base che chi non ha nulla da nascondere, non ha motivo di preoccupazione.
Per quanto concerne la tempistica, installazione e collegamento dovrebbero essere completati entro il 2016, stando alle parole dei responsabili del progetto. L’entrata in funzione, allora, potrebbe essere il 2017.
Questo articolo è originariamente apparso sul numero 1 del magazine SulPanaro.net