Ancora una volta nel cuore della notte, ancora una volta mostrando al mondo le stesse scene di distruzione e sofferenza: nell’Italia dei terremoti – perché pressoché l’intero nostro Paese è, in maniera più o meno intensa, zona sismica – questa volta ad essere devastata è stata un’area del centro Italia, con una vasta zona appenninica tra la provincia di Rieti e quella di Perugia ad essere ferita a morte. Centinaia di scosse nelle ultime ore, la più intensa delle quali, alle 3.36 della mattina, di magnitudo 6.0, con epicentro nei pressi del paese di Accumoli, devastato così come Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto. Macerie, distruzione, morti. Come nel 2009 a L’Aquila. O, pur in un contesto geografico e geologico diverso, come nel maggio 2012 qui, nella Bassa.
E, proprio perché gli abitanti della Bassa sanno cosa significa il terremoto, le associazioni di volontariato del nostro territorio stanno già ricevendo la disponibilità di diversi cittadini, ma per il momento invitano ad avere pazienza per gli aiuti e la solidarietà: come abbiamo potuto anche verificare a suo tempo sulla nostra pelle, nell’immediato post-sisma tocca ai soccorritori, ai Vigili del Fuoco e alla Protezione Civile. A chi, insomma, è addestrato agli interventi immediati dopo queste tragedie.
Ma anche tra di loro ci sono operatori che stanno raggiungendo la zona dalla Bassa, e altri che erano qui ad aiutare noi quattro anni fa. Viene in mente un episodio, a nostro avviso uno dei più toccanti e azzeccati, del film Tellurica, quello intitolato You had to be there (di Domenico Guidetti, soggetto e sceneggiatura di Luca Speranzoni). Girato a Finale, la storia di un soccorritore che parte per raggiungere il luogo del sisma e salvare vite: quasi tutto pare coincidere e riferirsi al nostro sisma, ma la realtà si svela solo alla fine, perché il soccorritore è un ragazzo della Bassa che, nel 2009, parte per L’Aquila dopo il terremoto. Ed è esattamente quello che in tanti sono pronti a fare oggi.