L’ultima sua dichiarazione pubblica ha creato polemiche. «Ho molto tempo libero ultimamente, porto i nipotini a giocare a golf a Mirandola e vado a pescare con loro, nei dintorni di Moglia. Il mese scorso sono stato a trovare degli amici in Argentina, sono anche andato a vedere il Boca… che ha gli stessi colori del Modena», ha fatto sapere Roberto Casari, ex presidente di Cpl Concordia, a un giornalista di Prima Pagina che aveva incontrato in Tribunale. Per la giustizia i conti ancora non si sono chiusi sulle responsabilità dei vecchi dirigenti sulla corruzione che si starebbe accertando in diversi appalti. E sembra esserci molto in sospeso anche nell’animo dei concordiesi.
L’ultima notizia ha diviso tutti: la “nuova” Cpl va in tribunale contro i suoi ex dirigenti. Lo ha deciso il Tribunale di Modena che ha ammesso la costituzione di parte civile della nuova società al processo contro i suoi ex amministratori: l’ ex presidente Roberto Casari e l’ex consulente Francesco Simone.
Ha fatto bene l’azienda a entrare nel processo contro le persone che l’hanno diretta fino ad oggi? Si è forse esagerato? O si è fatto il giusto perché più distanza si mette con chi è sospettato di malaffare, meglio è? Domande su cui la comunità si divide. Perché Concordia è Cpl, e Cpl è anche, e soprattutto Concordia. Un binomio indissolubile nel bene (se l’azienda prospera dà lavoro e contribuisce alla società) e nel male, se la cooperativa è travolta dagli scandali. Certo è che la bufera che ha travolto la vecchia dirigenza Cpl farà sentire i suoi effetti ancora a lungo.
Sui conti economici, innanzitutto. Dopo l’annus horribilis Cpl conta perdite per 15 milioni. Il Presidente di Cpl Mauro Gori ricorda che «è l’anno più duro: chiudiamo un bilancio relativo al 2015 con 15 milioni di perdite a causa di condizioni eccezionali che hanno fortemente limitato la nostra operatività, in primis l’esclusione dalla white list». Perdite economiche e anche meno posti di lavoro. L’organico della cooperativa è passato dalle 1351 del 2014 agli attuali 1156 lavoratori, di cui 1081 in solidarietà.
Articolo originariamente apparso sul numero 3 del mensile SulPanaro.net