Gli scout di Cavezzo 1 festeggiano i 35 anni del loro gruppo con tante iniziative. Sabato e domenica uscita aperta a scout ed ex scout durante la quale ci saranno diversi momenti importanti.
Programma
Sabato 17 settembre 15.00 ritrovo presso campo scout 15.30 inizio uscita e preparazione campo 18.00 alza bandiera – celebrazioni 35° Cavezzo1 19.00 Rinnovo della promessa 19.30 S.Messa di gruppo in memoria di tutti gli scout tornati alla casa del padre 20.30 cena 22.00 Fuoco di bivacco 23.30 silenzio
Domenica 18 settembre 7.00 sveglia 7.30 colazione e smontaggio tende 9.30 Grande gioco sulle aquile randagie 11.00 ritrovo presso il parco di via Marconi 11.30 cerimonia intitolazione parco alle “aquile randagie” 12.30 ammaina bandiera e conclusione uscita del trentacinquesimo.
Per consentire una migliore accoglienza per le cena è importante dare conferma della presenza inviando una email a 35cavezzo1@scoutcavezzo.org o via whatsapp/sms al n. 3482606022
Cerimonia d’intitolazione del parco “Aquile Randagie” Scout disobbedienti per amore della libertà
Domenica 18 settembre ore 11.30 Parco comunale via Marconi – Cavezzo ( MO ) Interverranno Lisa Luppi: sindaco di Cavezzo Luigi Menozzi scout dal 1945 On. Edoardo Patriarca ex presidente Agesci
Chi sono le aquile randagie
Baden, Kelly, Bufalo, sono alcuni dei “nomi di battaglia” delle «Aquile randagie», i giovani che durante il fascismo tennero vivo in clandestinità a Milano il movimento scoutistico, messo fuori legge dal regime. I giovanissimi scout milanesi, tutti tra gli undici e i 17 anni, continuarono a ritrovarsi sotto la guida, tra gli altri, di monsignor Andrea Ghetti, del gruppo Milano 11, detto Baden, e Giulio Cesare Uccellini, capo del Milano 2, che prenderà il nome di Kelly durante la Resistenza. Con la cancellazione dello scoutismo da parte del regime, inizia per questi ragazzi quello che chiamarono, con riferimento alle opere di Kipling, il periodo ‘della giungla silente‘, durante il quale continuarono segretamente le loro attività. Del resto si erano impegnati a durare “un giorno in più del fascismo”.