Passione, voglia d’apprendere, coraggio, anche un po’ d’incoscienza e tanto spirito positivo di fraternizzare con la storia. Non solo quella con la ‘S’ maiuscola. Anche quella che ‘viene dal basso’, quotidiana, che è il nostro vivere. Su questi filoni si è snodata una bella fetta di tardo pomeriggio e sera, quella che, qualche giorno fa, è andata in scena in centro a Cavezzo. Causa pioggia, però, niente incontro pubblico culturale all’aperto; tutti i presenti si sono dati appuntamento al locale ‘Kariba’, nel complesso del centro commerciale ‘5.9’.
E’, così, racconta l’ufficio stampa del Comune di Cavezzo, andato in scena il primo, di una serie, di appuntamenti di approfondimento organizzati dall’associazione dei commercianti ‘Vivere Cavezzo’, guidata dalla giovane presidente Nadia Nico. Nel tardo pomeriggio, i primi protagonisti sono stati cinque giovani studenti di Cavezzo delle elementari e delle medie. Che, davanti a un pubblico di adulti, hanno, in modo molto personale e semplice, raccontato che cosa sia per loro «la guerra, come la ‘vivano’ e che cosa hanno appreso dei due conflitti mondiali». A seguire, l’appuntamento clou. La presentazione del volume ‘Memorie di vita militare. Diario di un giovane soldato nella ‘Grande Guerra’, Bacchilega Editore. Protagonista lui, Giuseppe Rocca, imolese, con tutti gli scritti ritrovati dopo la morte. A Cavezzo sono intervenuti la curatrice del volume, Michela Nanni, con i suoi studenti delle scuole medie di Imola. Che hanno illustrato il volume con immagini, leggendo brani e interagendo con il conduttore della serata, il giornalista modenese Roberto Giovannini. Che, prima, aveva anche guidato i ragazzi, accompagnati pure da una piccola delegazione giunta direttamente da Imola, a visitare il centro storico di Cavezzo. I giovani hanno dimostrato grande sensibilità, volendosi informare sulla ricostruzione dopo il sisma del 2012.
Ed ecco come, alcuni di loro, dopo la serata dedicata al libro che ha raccontato l’avventura al fronte, in terra friulana, di Giuseppe ‘Peppino’ Rocca, hanno valutato l’esperienza cavezzese.
«Un grazie – ha spiegato Maria Vittoria Tumedei – ai commercianti di Cavezzo, che ci hanno dato la possibilità di metterci alla prova e di sperimentare qualcosa che, prima, avevamo visto compiere solo da scrittori e giornalisti. È stata un’esperienza veramente unica, che, di sicuro, in futuro, potrà tornarci utile. L’unico aspetto che mi ha lasciata un po’ perplessa ha riguardato lo scambio di conoscenze che avremmo potuto avere con i ragazzi di Cavezzo, avvenuto solo in parte. Alcuni sono andati via, mi è rimasta un po’ di amarezza perché non siamo riusciti a mostrare loro appieno il nostro metodo di lavoro. Gli auguro di potersi appassionare come noi alla storia, studiandola in modo diverso e coinvolgente». Laura Scermino ha aggiunto: «Esperienza molto utile, sia dal punto di vista scolastico, perché ho studiato e approfondito argomenti che non avevamo ancora trattato, sia dal punto di vista umano, perché ho ‘legato’ di più con i miei compagni di classe, conoscendone di nuovi. Mi ha molto colpito vedere, come a Cavezzo, si siano adoperati, e si stiano adoperando, per ricostruire il loro Paese. Mi ha impressionata vedere con i miei occhi, dal vivo e non in televisione, luoghi terremotati, specialmente dopo il sisma di Rieti di alcune settimane fa». Infine Emma Bortolotti, che ha chiosato così: «Esperienze simili aiutano a ricordarsi meglio la storia. La timidezza viene pian piano superata e si acquisisce maggiore proprietà di linguaggio. Mi sono sentita un po’ cattiva quando ho parlato del terremoto di Rieti vissuto di persona, con davanti i ragazzi di Cavezzo che cercano di dimenticare quello del 2012». A tutto l’incontro ha partecipato anche il sindaco di Cavezzo Lisa Luppi, che ha apprezzato questi metodi di apprendimento della storia.