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Precari della ricostruzione, presentata interrogazione a Roma sul loro futuro

da | Nov 10, 2016 | Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Cavezzo, Camposanto, San Possidonio, San Prospero, Ricostruzione | 0 commenti

Interrogazione al ministro del lavoro Giuliano Poletti per capire quale possa essere il destino dei tanti lavoratori precari del sisma, quelle ragazze e quei ragazzi assunti di contratto a tempo determinato a tempo determinato oppure dipendenti di agenzie di somministrazione che da ormai quattro e più anni si occupano di evadere le pratiche per la ricostruzione e dare man forte ai dipendenti comunali nella gestione della macchina burocratica. L’ha presentata il Movimento 5 Stelle

“Ho depositato al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali un’interrogazione a risposta scritta riguardante l’effettiva possibilità di un reinserimento nel mondo del lavoro del personale utilizzato per la Ricostruzione del sisma che ha colpito l’Emilia Romagna nel 2012, “somministrato” attraverso Agenzie Interinali (scelte dalla Regione con bandi di gara biennali) e assunto con contratti di breve durata – spiega il deputato del Movimento 5 Stelle, Vittorio Ferraresi – I lavoratori, inseriti dalla Struttura Commissariale della Regione presso gli Enti coinvolti, da quattro anni si trovano in questa paradossale e inaccettabile condizione di precariato, senza una concreta possibilità che l’esperienza maturata sia effettivamente spendibile sul mercato del lavoro. È evidente che la modalità della somministrazione non si addice ad un percorso lavorativo il cui orizzonte poteva fin da subito essere quantificato sull’ordine almeno dei cinque anni.

Inoltre, come se non bastasse – prosegue Ferraresi – al personale somministrato, non vengono riconosciute le tutele, la produttività e gli altri diritti che sono invece di base per i lavoratori impiegati nel settore pubblico. Viene a questo punto il sospetto che il mantenimento della condizione di precarietà dei lavoratori sia dettato non solo dalla mancanza di una volontà di riconoscere loro quei diritti che dovrebbero essere alla base di un’attività di così lunga durata, ma anche quello di poter esibire un forte risparmio economico. Peccato che sia un risparmio sulla “pelle” di questi lavoratori, che hanno contribuito in maniera determinante al processo di ricostruzione.

Pare poi, sulla base della testimonianza di molte persone, che ci sia stato un eccesso nel numero di assunzioni, con il conseguente impiego delle stesse in attività non legate alla Ricostruzionema in mansioni di ordinaria amministrazione o nello smaltimento di lavoro accumulato dagli Enti. Che questo cambiamento della destinazione iniziale sia causa o effetto del numero eccessivo di lavoratori coinvolti è cosa che andrà chiarita.

Infine – sostiene Ferraresi – risulta incomprensibile come l’Agenzia di Somministrazione Manpower, subentrata dal 1 giungo 2015 a Obiettivo Lavoro e scelta dalla Regione come vincitrice della gara per la determinante offerta di formazione di qualità per i lavoratori, abbia organizzato soltanto corsi non finalizzati al futuro ricollocamento dei lavoratori. Tale formazione, tra l’altro, risulterebbe finanziata con fondi FORMATEMP e non con le risorse previste per il vincitore della gara d’appalto.

Ecco allora il fondato sospetto che, nonostante l’importante e professionale opera svolta dai lavoratori e le loro condizioni contrattuali precarie, la Regione (Datore di Lavoro del personale e Cliente dell’Agenzia di Somministrazione) abbia ad oggi mostrato il totale disinteresse nel predisporre meccanismi di ricollocamento del personale in uscita. Meccanismi peraltro che sono parte integrante delle nuove politiche del lavoro approvate con il Jobs Act.

Finora tutte le richieste di chiarimento e di intervento fatte alla Regione sono rimaste senza risposta. Ce la darà direttamente il ministro Poletti”.

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