RISPARMIO E DINTORNI
di Paolo Campedelli
Italiani popolo di risparmiatori, ma siamo nelle retrovie (63° al mondo) in fatto di educazione finanziaria. Va vista come uno scudo di protezione, da costruirci noi personalmente con impegno e dedizione, ma al tempo stesso da favorire come politica nazionale.
Lo Stato poi ha una duplice funzione: far quadrare i propri conti, ma anche rappresentare esempio nei confronti dei propri cittadini, dando dimostrazione di buon senso.
In particolare lo Stato dovrà leggere il futuro, al fine di gestire ed anticipare le prossime tendenze socio-demografiche. Con il mondo che invecchia, si modificano le possibilità di intervento dello Stato sia in fatto di previdenza, che di assistenza. Già oggi i lavoratori attivi faticano a sostenere il peso delle prestazioni a favore della popolazione più fragile (invalidi e anziani). Quando fra qualche anno andranno in pensione i baby-boomers (coloro nati nei fecondi anni ’60) gli squilibri saranno maggiori; in quel momento potremo valutare chi fra le nazioni occidentali ha meglio operato, in modo lungimirante.
Ad ogni livello, converrà sviluppare competenze volte a poter orientare il proprio pensiero futuro ed all’autocontrollo sui consumi. Rinunciare ad una gratificazione immediata per sognare una condizione migliore futura, equivale a porre le basi per realizzare desideri e obiettivi di vita. Dovremmo intendere gli investimenti come differimento dei consumi nel tempo, sfruttandolo per far rivalutare i nostri risparmi. Il tempo, che è la grande ricchezza in mano ai giovani, è come la moneta: si può mettere a frutto o si può consumare. E consumare tempo può costare molto caro.
Potremo sviluppare queste riflessioni nelle prossime puntate, collegandoci alle tematiche di maggior attualità e rispondendo ad eventuali quesiti che i lettori potranno porre. A presto, su questo terreno di gioco.
