Nè il Dipartimento Nazionale Protezione Civile nè la Commissione Grandi Rischi sono in possesso di documentazione relativa ai controlli effettuati lungo gli argini dei fiumi Secchia e Panaro in seguito al terremoto del maggio 2012. Nessuna verifica neppure sul tatto del Secchia che un paio di anni dopo ha ceduto nella zona di San Matteo dando origine alla terribile alluvione.
E’ quanto risulta ad Antonio Spica, consigliere bastigliese per il gruppo civico La Bastìa: “Di fronte ad una formale richiesta di accesso atti, gli Enti in questione hanno risposto che nessun documento è presente nei loro archivi. Questo vuoto non riguarda solo le verifiche di stabilità degli argini: nelle settimane successive al sisma non esistono infatti neppure colloqui e disposizioni fra queste istituzioni e Aipo”, spiega in una nota.
“Sembra davvero difficile da credere che, in un territorio dove le Amministrazioni vantano efficenza e alti livelli di legalità, sia stato possibile assistere ad una simile negligenza. Protezione Civile e Commissione Grandi Rischi confermano con questa ennesima risposta negativa tutte le preoccupazioni circa la mancata reazione della macchina istituzionale durante la terribile calamità del 2012, sulla quale ho più volte invitato anche la Magistratura ad indagare”. Nei prossimi giorni, conclude il consigliere “depositerò un esposto alle procure della Repubblica anche sulla base di un nuovo elemento di cui sono venuto a conoscenza da poco e di cui sono certo che, così come nel sisma tanto nell’alluvione, non è mai stato considerato”.