Dalla conversione all’agricoltura biologica o biodinamica, all’apertura di un micro-birrificio rurale; dallo studio dell’inglese a scopi commerciali e di marketing per promuovere sui mercati esteri le proprie specialità agroalimentari, all’acquisizione del know how per aprire e gestire un negozio per la vendita diretta in azienda. E ancora: dall’allevamento degli insetti per la valorizzazione degli scarti aziendali o per la produzione di mangimi, alle tecniche dell’agricoltura di precisione; dalla coltivazione della canapa, all’allevamento delle lumache.
L’agricoltura dell’Emilia-Romagna guarda al futuro andando alla ricerca di nuove occasioni di crescita e di sviluppo e lo fa anche attraverso il Catalogo verde, la “vetrina” dei corsi di formazione e delle altre iniziative per l’aggiornamento professionale degli imprenditori agricoli finanziati con 4,8 milioni del Psr 2014-2020 che dal 13 dicembre scorso è on line. Cliccando sul sito regionale Agricoltura dallo smartphone o dal pc di casa gli agricoltori possono prendere visione delle offerte formative, ciascuna corredata da una sintetica scheda descrittiva, messe a punto dagli enti preposti ed approvate da un apposito gruppo di valutazione della Regione e scegliere di partecipare a quella più adatta alle proprie esigenze. Il tutto inviando una semplice mail alle società organizzatrici. Saranno poi quest’ultime, dopo aver acquisito l’adesione dell’agricoltore, ad occuparsi del disbrigo delle pratiche burocratiche presso gli uffici regionali per ottenere il contribuito previsto. “Con il Catalogo- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli– mettiamo a disposizione del mondo agricolo un ulteriore strumento per favorire la crescita professionale degli operatori e la diffusione delle innovazioni. In un comparto come quello agroalimentare la sfida della competitività si gioca non solo sul versante della qualità e dell’organizzazione di filiera, ma anche investendo sul miglioramento delle conoscenze e sull’acquisizione di competenze specialistiche da parte degli addetti”.
Procedure burocratiche più snelle
Proprio a questo punta la nuova edizione del Catalogo Verde, arricchito mese per mese da proposte che abbracciano i filoni più innovativi dell’agroalimentare – senza tuttavia dimenticare i più tradizionali corsi per imprenditore agricolo professionale, operatore agrituristico e forestale e via dicendo – e reso più attraente rispetto al passato dallo snellimento delle procedure burocratiche. Il primo bando sulla formazione della nuova programmazione 2014-2020, pubblicato nel 2015, ha consentito di finanziare circa 900 domande, con una spesa di poco inferiore ai 2 milioni di euro. Il bando 2016 si è chiuso da poco con la selezione di una prima “infornata” di oltre 200 progetti proposti da 27 soggetti privati. E in poco tempo si sono già iscritti ai corsi e alle altre iniziative programmate oltre 700 agricoltori.
Tra le tante opportunità di formazione e crescita professionale vanno citate anche le visite individuali e di gruppo presso altre aziende per favorire lo scambio di conoscenze e la nascita di partnership commerciali o produttive, oppure i viaggi di studio in Italia e all’estero per acquisire nuove competenze tecniche e specialistiche. Un’opportunità, quest’ultima, rivolta soprattutto ai giovani, nell’ambito di una sorta di Erasmus dei campi. Sia le visite che i viaggi-studio erano modalità previste anche in precedenza, ma non sono mai state sfruttate adeguatamente. Con questo secondo bando si è invece cercato di rendere il tutto più facilmente fruibile da parte degli agricoltori, anche grazie ad un maggior supporto tecnico e informativo della Regione.
La griglia dei contributi
Venendo ai contributi del Psr, in realtà vengono incassati direttamente dagli enti organizzatori a titolo di compenso per il servizio reso; gli agricoltori sono tenuti semplicemente a pagare un ticket che varia secondo del tipo di iniziativa: si va dal 10% per i corsi d’aula tradizionali e i viaggi studio, per salire al 20% nel caso della consulenza personalizzata (coaching) e delle visite ad altre aziende. Oltre ai costi del viaggio e una diaria giornaliera (vitto e alloggio), per brevi visite e periodi più o meno lunghi trascorsi lontano da casa per arricchire il proprio bagaglio di conoscenze tecniche è previsto anche un contributo per la formazione pre e post viaggio e un rimborso di 80 euro al giorno per pagare un sostituto che lavori in azienda al posto del titolare in trasferta