“Un corposo esposto sull’alluvione del 2014 nel Modenese. Lo ha presentato il consigliere di Bastiglia Antonio Spica: “continua dunque – si legge in una nota di Spica – il lavoro alla ricerca della verità nel territorio della bassa modenese dopo l’esposto dello scorso anno sul terremoto del 2012”.
Ed è proprio dal terremoto che parte il consigliere, chiedendo alla Magistratura di indagare sul ruolo della Commissione Grandi Rischi (CGR) in particolare sul settore rischio sismico e idro-geologico che, e dell’AIPO e sul suo lavoro lungo gli argini.
Spica ricorda la richiesta accesso atti presentata da lui stesso nell’ottobre 2016 in cui chiedeva di colloqui fra la CGR e AIPO durante e dopo la sequenza sismica, e dei relativi controlli degli argini sul territorio colpito nella bassa dopo quei tragici eventi, oltre a chiedere eventuali motivi ostativi. La risposta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri “questo Dipartimento non è in possesso della documentazione richiesta”.
“Accesso atti in cui fra l’altro AIPO non si è degnato neanche di rispondere: domande troppo imbarazzanti, forse – si chiede il consigliere – per ammettere quella superficiale negligenza?
Spica chiede di indagare anche su Vasco Errani allora presidente di Regione (oggi Commissario per l’emergenza in centro Italia) e assessore regionale Paola Gazzolo con delega al territorio ancora in carica. Nell’esposto si chiede anche “il vaglio dell’Autorità Giudiziaria su botta e risposta fra l’allora Assessore regionale alla programmazione territoriale Alfredo Peri, che dichiarava: ”[…] L’Agenzia così com’è non funziona…” ma ad oggi della paventata riforma, così come dell’Ass. Peri si sono perse le tracce (perché non fu riformato l’ente prima del disastro ?), e l’allora Direttore AIPO ing. Fortunato ( promosso poi alle infrastrutture della Regione Veneto), che affermava: “la Regione sapeva della mancanza di risorse e della situazione di rischio… […] e ha deciso di riutilizzare i fondi idrici in altro modo”, dichiarazione quest’ultima che ha dell’incredibile e si ha il dovere di accertare dove furono destinati quei fondi destinati alla sicurezza”.
“Si indaghi quindi su quali furono le azioni svolte su AIPO per garantire la sicurezza del territorio, esercitate non solo da Vasco Errani e dall’Ass. Paola Gazzolo, ma anche quali furono le azioni a tutela esercitate dal Comune di Bastiglia e in particolare dalla Giunta guidata dall’allora Sindaco Sandro Fogli e dall’Ass. Giuseppe Zanasi tutt’ora in carica con delega al territorio. C’è poi la penosa vicenda riguardanti le casse di espansione che, se da un lato si sostiene che attendono collaudo da 40 anni, dall’altro c’è chi sostiene che le casse sono collaudate e quindi idonee al compito cui devono assolvere; ma il certificato più volte chiesto da Spica non è mai saltato fuori “forse eroso dalle nutrie” ironizza Spica”.
Prosegue il comunicato stampa: “Oltre a produrre alle Procure le numerose interrogazioni in questi anni presentate e le risposte, di cui il consigliere denuncia varie risposte mai giunte o dubbie, come per esempio le motivazioni che portarono a realizzare la mattina del 19 gennaio un muretto di sacchi alto 50 cm. perché fu detto che a Bastiglia sarebbero arrivati 30 cm. d’acqua, frutto questo di errate valutazioni giunte da chi stava sul punto di rottura dell’argine o incompetenza, Spica chiede di attenzionare i rilevamenti satellitari in essere presso il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, del Ministero dell’Ambiente, l’INGV e CNR, e gli strumenti per l’analisi dei dati prodotti dai sistemi di rilevamento satellitari attivi e passivi all’epoca dei fatti in grado di rilevare spostamenti di tutti quegli elementi che rispondono al segnale radar (edifici, rocce, strutture metalliche…ecc), in particolare i dati SAR (Radar ad Apertura Satellitare) realizzati con soldi pubblici e in dotazione all’Agenzia Spaziale Italiana e utilizzati da vari Dipartimenti per la rilevazione del rischio sismico e che possono aver influito sullo smottamento degli argini, come riferitogli dettagliatamente da un funzionario che oggi si rende disponibile a supporto di questo esposto, e già testimone in vari processi penali come L’Aquila e il disastro aereo di Ustica e già foto interprete dell’Istituto Geografico Militare”.
“Nessuna testimonianza dal mondo politico, ma a supporto dell’atto solo personalità del mondo scientifico – conclude Spica – al vaglio della Magistratura di tre Procure, per rendere giustizia ad un territorio martoriato da sisma e alluvione su cui pendono gravi colpe dell’uomo: ormai fra terremoto e alluvione i gravi fatti sono ben noti alle Procure di mezza Italia”.