Una proroga di tre mesi per le scadenze dei bandi già emessi dai Comuni. È questo il risultato raggiunto dagli ambulanti che questa mattina hanno manifestato davanti la sede della Regione a Bologna contro la direttiva Bolkestein. Si tratta di una misura che permette anche a operatori commerciali stranieri di richiedere di presenziare nei mercati italiani, e che aveva destato tanta preoccupazione in chi lavora tradizionalmente in questo settore.
Come spiega una nota della Regione, la proroga al 31 dicembre 2018 della scadenza delle concessioni per il commercio su aree pubbliche (esercitato dagli ambulanti) prevista dal decreto legge ‘Milleproroghe’ approvato dal Governo a fine 2016 è oggetto di una serie di risoluzioni presentate in Regione dai gruppi Ln, primo firmatario Alan Fabbri, M5s, a firma Giulia Gibertoni, Fi, a firma Galeazzo Bignami, Fdi-An, a firma Tommaso Foti, e Pd, prima firmataria Luciana Serri, che la commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, ha preso in esame nella seduta odierna, approvando, a maggioranza, la sola risoluzione del Pd.
In mattinata (foto) alcune rappresentanze di ambulanti, tra i quali la “Piazzola” di Bologna e gruppi da Veneto, Piemonte e Toscana, hanno protestato davanti alla sede della Regione. La proroga contenuta nel decreto legge del Governo – si legge nei vari atti di indirizzo – se confermata in sede di conversione inciderà in modo rilevante sugli effetti e sulla portata delle norme vigenti in materia di commercio al dettaglio su aree pubbliche contenute nel decreto legislativo del 2010 di recepimento della direttiva Bolkestein, nell’Intesa attuativa del 2012 e nei successivi atti adottati dalla Conferenza Unificata, dalle Regioni e dagli Enti Locali.
Tali norme, infatti, prevedevano che i Comuni, entro la fine del 2016, mettessero a bando le concessioni stabilendo criteri premiali (professionalità acquisita) per gli ambulanti già assegnatari (‘storici’), al fine di salvaguardare attività economiche a prevalente conduzione familiare. La proroga varata dal Governo, quindi, va a penalizzare i Comuni che hanno avviato le procedure di bando e gli ambulanti che vi hanno partecipato, creando confusione. Ln, M5s, e Fdi-An, pertanto, in attesa della conversione in legge del decreto ‘Milleproroghe’, impegnano la Giunta regionale a intervenire sui Comuni al fine di sospendere le procedure di bando fino a quando non si chiarirà il quadro normativo.
Più articolata la posizione di Fi, che, di fronte a una comunicazione indirizzata dalla Regione ai Comuni per non tenere conto di quanto previsto dal Milleproroghe, chiede alla Giunta di fare rispettare la proroga, agendo contestualmente per correggere la normativa. Infine, il Pd domanda all’esecutivo regionale di intervenire nelle sedi competenti al fine di escludere dagli effetti della proroga i Comuni ‘virtuosi’ che hanno avviato le procedure di bando, posticipando l’assegnazione delle concessioni al 31 marzo prossimo. Alan Fabbri (Ln), invocando risposte chiare, ha ribadito come l’applicazione della direttiva Bolkestein al commercio ambulante sia un errore e ha invitato la Giunta a intervenire sui Comuni per arrestare qualsiasi procedura di bando fino alla conversione del decreto legge. Tommaso Foti (Fdi-An) ha evidenziato gli effetti nefasti della Bolkestein, che, lungi dal creare sana concorrenza e apertura al mercato nel settore del commercio ambulante, rischia di azzerare il valore economico delle licenze, strettamente legate alla detenzione della concessione di un’area pubblica. Il Governo, ha affermato Foti, ha fatto un ‘pasticcio’, bloccando l’attività dei Comuni e creando incertezza nel quadro giuridico. Per Giulia Gibertoni (M5s) di fronte al caos burocratico determinatosi dopo il Milleproroghe, la soluzione più opportuna, al fine di tutelare gli ambulanti, è di congelare i bandi fino alla fine del 2018, per non creare disomogeneità.
Galeazzo Bignami (Fi) ha sottolineato come il tema della proroga sia in realtà secondario, dato che le procedure di bando aperte, al di là delle varie ipotesi di sospensione, si devono concludere. Il punto essenziale è che per non andare incontro alle esigenze dei Comuni che non sono riusciti ad adempiere alle norme entro il 31 dicembre 2016, non si devono penalizzare gli ambulanti. Barbara Lori (Pd) ha ribadito come la posizione della maggioranza sia di limitare la proroga al 31 dicembre 2018 ai soli Comuni ‘ritardatari’, consentendo a quelli ‘virtuosi’ di completare i bandi. L’assessore al Commercio, Andrea Corsini, ha rilevato come il Governo abbia commesso un errore, perché la proroga introdotta con il decreto ha cancellato un percorso virtuoso intrapreso da Stato, Regioni e Comuni con le principali rappresentanze sindacali degli ambulanti finalizzato a difendere tali imprese pure all’interno del recepimento della direttiva Bolkestein. La Regione ha presentato un emendamento per modificare il Milleproroghe, approvato all’unanimità in Conferenza Stato Regioni e poi in Conferenza Unificata, teso a consentire ai Comuni che hanno avviato le procedure di proseguire con i bandi, dando tempo agli altri di adeguarsi entro la fine del 2018. Questo perché una proroga generalizzata come quella prevista dal decreto espone il nostro Paese al rischio di ricorso da parte dell’Unione europea, dato che le proroghe automatiche sono illegittime. Gli effetti potrebbero essere disastrosi: obbligo di bando con valutazione del solo criterio economico (offerta più vantaggiosa) e perdita della salvaguardia della professionalità acquisita. In attesa della conversione in legge del decreto – ha concluso l’assessore – la Giunta regionale darà comunicazione urgente ai Comuni che le procedure di bando scadranno il 31 marzo 2017, per consentire alle Amministrazioni comunali in fase di stallo e agli ambulanti in attesa di chiarimenti di ottemperare, salvando le graduatorie attuali. Una volta convertito il Milleproroghe, con un ulteriore emendamento si fisserà la durata delle concessioni in modo da non penalizzare gli ambulanti che, grazie all’efficienza dei Comuni ‘virtuosi’, le avranno ottenute prima. Oltre ad Alan Fabbri hanno sottoscritto la risoluzione Lega i consiglieri Daniele Marchetti, Stefano Bargi, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Matteo Rancan, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli. Oltre a Luciana Serri hanno sottoscritto la risoluzione Pd i consiglieri Barbara Lori, Francesca Marchetti, Valentina Ravaioli, Silvia Prodi, Lia Montalti, Luca Sabattini, Mirco Bagnari, Paolo Zoffoli, Manuela Rontini, Nadia Rossi, Giuseppe Boschini, Katia Tarasconi e Enrico Campedelli.