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Da aprile arriva il bollino “calore pulito”, la revisione (a pagamento) per gli impianti termici

da | Gen 12, 2017 | Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Cavezzo, San Possidonio, San Prospero, Bomporto, Novi | 0 commenti

Da aprile arriva in Emilia-Romagna il bollino “calore pulito”, in pratica il corrispettivo della revisione automobilistica per gli impianti di riscaldamento e, novità rispetto al passato, anche di climatizzazione.

Il bollino certificherà l’efficienza energetica degli impianti che entreranno così all’interno di un catasto regionale per cui è previsto un contributo economico, variabile a seconda della potenza dell’impianto, uniforme per tutto il territorio.

Oggi il regolamento ha superato l’ultimo parere di conformità, richiesto alla commissione Ambiente e territorio (presieduta da Manuela Rontini), con il parere favorevole di Pd e Sel, l’astensione del Movimento cinque stelle e i voti contrari di Fratelli d’Italia e Lega nord. Ora l’ultima tappa, prima della sua effettiva entrata in vigore, è la votazione in Aula che avverrà nelle prossime settimane. Il regolamento, oltre ad avere il parere positivo odierno ha passato la prova di conformità anche in commissione Politiche economiche. Nello specifico. La creazione del catasto regionale degli impianti termici, in cui confluiranno i dati del bollino “calore pulito”, servirà per tenere sotto controllo l’efficienza energetica, come impongono le norme europee. E proprio il bollino certificherà lo stato di salute dell’impianto da non confondere però con la manutenzione ordinaria. In pratica: la manutenzione ordinaria, per utilizzare un parallelo automobilistico, è il tagliando e nel caso di impianti di climatizzazione invernali o estivi si riferisce al controllo annuale, mentre l’efficienza energetica è la revisione. Quest’ultima avrà un costo a carico dell’intestatario dell’impianto che va dai sette euro per gli impianti con potenza minore a 35 chilowatt, 28 per quelli compresi tra 35 e 100 chilowatt, 56 per quelli da 101 e 300 chilowatt e infine 98 euro per quelli di portata superiore. Sono esclusi dal pagamento del contributo, che servirà per la gestione del catasto, macchine frigorifere e pompe di calore, strumenti alimentati a biomasse (per esempio le stufe a pellet) e le sottostazioni di scambio termico. Variano anche le tempistiche a cui sottoporre a “revisione” il proprio impianto: per quelli più piccoli (a esempio quelli da appartamento) l’obbligo cadrà ogni due anni, se nuovi il primo controllo arriverà allo scadere del quarto anno, per quelli condominiali sarà annuale, infine per quelli di grandi dimensioni a combustibile liquido l’obbligo sarà semestrale. A rilasciare il bollino “calore pulito” sarà per gli impianti più piccoli il manutentore mentre per quelli più grandi sarà un ispettore regionale. Il regolamento stabilisce anche i criteri per la qualificazione e l’accreditamento degli ispettori e promuove le campagne di informazione e sensibilizzazione sul tema energetico dei cittadini.

Proprio su quest’ultimo punto è intervenuta la consigliera Pd Lia Montalti che ha chiesto un coinvolgimento diretto dei territori con una “collaborazione stretta dei Comuni. Non servono solo controlli ma anche campagne informative”. Gian Luca Sassi, del Movimento cinque stelle, ha condiviso la volontà di coinvolgere i cittadini e ha chiesto di “prevedere un collegamento tra il catasto e l’anagrafe per non gravare burocraticamente su imprese e cittadini con l’inserimento di dati già in possesso. Si deve limitare l’aggravo burocratico”. Richiesta cui il funzionario ha risposto positivamente. Dubbi sull’articolato da parte di Tommaso Foti (Fdi-An) che ha esposto le proprie perplessità su alcuni aspetti tecnici di incongruità tra il regolamento regionale e la cornice nazionale. Non solo: per Foti questo “non è il modo migliore per incentivare i privati a innovare gli impianti perché si aggiunge un costo in più al cittadino”.

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