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Arrestati due sindacalisti per estorsione: blocco degli scioperi in cambio di denaro

da | Gen 27, 2017 | In Primo Piano, Lo sai che... | 0 commenti

Aggiornamento 29 gennaio 2017

Milani esce dal carcere, ‘una trappola’

“Non ho mai parlato di soldi, ero lì per risolvere il problema dei 55 licenziati, che dovevano avere una buonuscita. Avevo dato delle soluzioni a dicembre e volevo parlare di questo. E’ stata una trappola e ci siamo cascati: non ho mai chiesto soldi per bloccare la lotta, per tenere fermi i lavoratori”. Aldo Milani, coordinatore nazionale del Si Cobas, arrestato giovedì dalla Squadra Mobile di Modena per estorsione, ha pronunciato queste parole uscendo dal carcere di Sant’Anna dopo che il Gip ha convalidato l’arresto disponendo, per lui, l’obbligo di dimora in Lombardia. Ad accogliere il leader sindacale, davanti al penitenziario di Modena, oltre duecento tra iscritti alla sigla e lavoratori del settore carni. Milani ha respinto tutte le accuse che vengono mosse nei suoi confronti dalla procura, parlando davanti ai manifestanti e facendo riferimento all’altro arrestato nel blitz dentro l’azienda Alcar Uno di Castelnuovo Rangone, il consulente ferrarese Danilo Piccinini, da oggi ai domiciliari.

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Aggiornamento 28 gennaio 2017

Il gip conferma gli arresti, ma niente carcere

Arresti domiciliari per Danilo Piccinini, obbligo di dimora nel comune di residenza, in Lombardia, per Aldo Milani. Sono le decisioni del Gip di Modena Eleonora De Marco, che ha convalidato gli arresti dei due indagati per concorso in estorsione: Piccinini e Milani, il primo responsabile di una società di consulenza, il secondo coordinatore nazionale ‘Si Cobas’, erano finiti in manette giovedì a Castelnuovo Rangone, dentro la sede dell’azienda Alcar Uno della famiglia Levoni. In un blitz della squadra mobile sono stati sorpresi mentre ritiravano cinquemila euro che i Levoni, in accordo con le forze dell’ordine, avevano appena consegnato. Stando alle indagini la somma sarebbe solo una prima tranche di un pagamento da novantamila euro che i due avrebbero preteso dai Levoni per fermare le proteste del sindacato, con interruzione dei lavori nell’azienda. La Procura, con il Pm Claudia Natalini, aveva chiesto per entrambi i domiciliari. Lo riporta l’Ansia.

“La Procura è soddisfatta di questa prima risposta del gip Eleonora De Marco, che ha convalidato gli arresti in flagranza, riconoscendo il reato di concorso in estorsione”, ha commentato il procuratore di Modena, Lucia Musti. “L’equilibrata richiesta di applicazione della misura dei domiciliari – ha aggiunto – è stata accolta integralmente per Piccinini e anche per il secondo arrestato, perché l’obbligo di dimora è un’importante restrizione della libertà personale, e inoltre soddisfa a pieno le esigenze cautelari. Andremo avanti con il nostro lavoro, unitamente alla squadra mobile di Modena”.

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Blocco degli scioperi, dei picchetti e delle proteste in cambio di denaro. E’ il sospetto in base al quale la Polizia di Stato di Modena ha arrestato due esponenti nazionali di spicco del sindacato ‘SI Cobas’, ritenuti responsabili di estorsione aggravata e continuata nei confronti di un noto gruppo industriale del Modenese, attivo nel settore della lavorazione delle carni. Gli uomini della Squadra Mobile hanno sorpreso i due sindacalisti poco dopo aver incassato parte di una somma di denaro che era stata estorta per ‘calmierare’ le attività di protesta e picchettaggio nei confronti delle aziende del gruppo.

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