“La Cgil Area Nord esprime grande preoccupazione per le notizie che riguardano lo stato di crisi della Stabellini Srl di San Felice sul Panaro che ha fatto domanda di concordato in continuità. La preoccupazione è innanzitutto per l’incertezza dei 40 dipendenti e per il loro futuro.
La Stabellini è una delle aziende storiche di costruzioni del territorio della Bassa modenese, molto impegnata nella ricostruzione post-sisma, con numerosi cantieri avviati in tutta la Bassa”.Lo afferma in una nota del sindacato Erminio Veronesi, coordinatore Cgil Area Nord Modena.
“La motivazione alla base di questa crisi, denunciata dal legale dell’azienda – ovvero i ritardi inaccettabili dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione e l’eccesso di burocrazia per ottenere i fondi pubblici – è purtroppo un problema che interessa non solo la Stabellini, ma anche tante altre aziende legate alla ricostruzione, in particolare quelle piccole e piccolissime che soffrono, se possibile ancora di più, per i ritardi nei pagamenti da parte di Comuni e Regione in relazione allo stato di avanzamento lavori.
Per i ritardi nei pagamenti degli stipendi ci sono lavoratori e lavoratrici che si dimettono per giusta causa e anche i fornitori non se la passano meglio.
C’è qualcosa che non sta funzionando nel sistema Regione-Comuni-sistema bancario, perché i lavori di ricostruzione spesso vengono fatti, ma non si ricevono i soldi in tempo utile. In altri casi invece, per mancanza dei fondi si interrompono i lavori e anche i cittadini che vorrebbero rientrare nelle loro case, vedono spostata in avanti la data della fine lavori.
Non solo è complicato ottenere la cosiddetta “cambiale Errani”, ma anche far rispettare i tempi dello stato avanzamento lavori.
E’ evidente che sono questi i veri problemi della ricostruzione e non è certo l’accoglienza di alcune decine di profughi sul territorio a rallentare la ricostruzione.
Faccio appello a tutte le forze politiche di maggioranza – conclude Veronesi – ma anche a quelle di opposizione che a mio avviso stanno strumentalizzando i profughi, affinché si battano per far arrivare i soldi alle imprese e lascino perdere le barricate contro l’accoglienza dei profughi”.