“Ho rischiato di morire, ma ora sto bene. Anche io, però, mettermi a fare quel lavoro proprio di venerdì 17…”. Dal letto di Medicina Intensiva dell’ospedale Maggiore di Bologna Simon Pivetti non ha perso la voglia di scherzare.
Eppure ieri pomeriggio se l’è vista davvero brutta, e si è temuto il peggio quando ha avuto la pancia sventrata da una motosega ed è stato portato via da Concordia in elisoccorso in codice 3, il più grave, quello che indica chi è in pericolo di vita. Apprensione sul suo destino anche a San Felice sul Panaro, di cui è originario e dove vive la sua famiglia.
Simon, impiegato di 46 anni della Cpl, si trovava a Concordia in un capannone industriale attualmente in disuso, di proprietà della compagna, per mettere in ordine la struttura in vista di prossimi lavori di ristrutturazione post sisma. “Stavo tagliando un albero, una pianta che ormai era cresciuta troppo e impediva il passaggio. Ero al lavoro con l’aiuto di mio padre – racconta – la motosega la stava usando lui. All’improvviso la motosega ha “saltato” dalle mani di mio padre verso di me e si è agganciata al maglione che indossavo… il maglione si è avvolto e l’ha praticamente tirata al mio addome”.
Tutto è successo in un attimo, Simon si è trovato per terra con il ventre tagliato, in un lago di sangue. “Sono svenuto poco dopo l’incidente e proprio perché la sfortuna non ha mai fine mi sono fatto più male nella caduta dovuta allo svenimento che con la motosega”.
“Ho comunque ripreso i sensi da solo e dopo pochi minuti. Poi sono sempre stato cosciente”.
Hai avuto paura? “Paura si tanta… credevo veramente di essermi fatto molto male Anche perché le ferite all’addome so che sono molto pericolose per le emorragie interne difficilmente identificabili. Diciamo che subito il personale del 118 temeva che il taglio avesse toccato la milza. Per questo anche a me avevano detto che c’era il rischio di un’operazione di urgenza”.
In elicottero eri cosciente? “Per fortuna dopo la tac è risultato che il taglio si è fermato al muscolo addominale perciò e per fortuna non è stato necessario operare. Sì, in elicottero ero coscente e ogni 2-3 minuti mi gesticolavano per sapere se era tutto ok. Purtroppo in elicottero non si riesce a parlare se non con microfono e cuffie… cosa che ho scoperto oggi. I ragazzi del 118 e tutti quelli che mi hanno assistito oggi sono stati FENOMENALI. Anzi, chiedo di ringraziarli pubblicamente perché quelli sono ANGELI CHE SALVANO LE VITE e lo sanno fare in modo eccezionale. Sempre accanto a rassicurarmi e a tranquillizzarmi…”
Arrivato in ospedale hai dovuto fare una trasfusione? “No sono riuscito ad evitare anche la trasfusione, anche se avevano già richiesto le sacche. Alla fine non ho perso troppo sangue probabilmente per il fatto che grazie a un corso di primo soccorso che ho frequentato sapevo che una ferita del genere va tenuta compressa e sin da subito ho tenuto con entrambe le mani, tamponando la ferita con i brandelli del maglione che avevo indosso”.
Quindi alla fine te la sei cavata con tanta paura e qualche punto? “Si, otto punti al taglio sull’addome e due in viso sul mento. Questo per farti capire quanto puo essere pericoloso cadere per uno svenimento!”.