Tutto inizia da un algoritmo, una procedura statistica che combina oltre 500 variabili demografiche e di salute, in grado di “predire” il rischio di ricovero in ospedale. A partire da qui la Regione Emilia-Romagna ha sviluppato un percorso di presa in carico delle persone più a rischio, che si sta svolgendo in 25 Case della salute – da Busseto, in provincia di Parma, a Rimini – con il coinvolgimento di quasi 16.000 cittadini (15.583) e 221 medici di famiglia. Ma l’obiettivo è di diffonderlo in tutte le 87 Case della salute della regione.
Il progetto non è passato inosservato in Europa. La Commissione europea, infatti, ha voluto conoscere e approfondire questa “buona pratica”, che permette di intervenire in modo precoce per migliorare la qualità della vita e ridurre il rischio di ammalarsi e di essere ricoverati in ospedale. Così, l’innovativa sperimentazione è stata presentata dalla Regione a Bruxelles.
“Il progetto- spiega l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi– ben rappresenta quell’idea di medicina di iniziativa che in Emilia-Romagna stiamo promuovendo nelle Case della salute e che intende coinvolgere i cittadini e le comunità nella gestione della propria salute, a partire dalle persone con patologia cronica e a maggior rischio di ricovero ospedaliero. La presentazione alla Commissione europea è motivo di soddisfazione e testimonia ancora una volta la capacità del nostro sistema di confrontarsi a livello internazionale e di saper individuare soluzioni nuove e concrete per migliorare l’assistenza”.
L’algoritmo
L’algoritmo si chiama “RiskER” ed è stato sviluppato dall’Agenzia sanitaria e sociale dell’Emilia-Romagna con la Jefferson University di Philadelfia (Usa): permette di calcolare il livello di fragilità nella salute di una persona, incrociando variabili demografiche (età, sesso, residenza per zona altimetrica), morbilità (ad esempio, presenza di una o più patologie croniche, altre condizioni cliniche), gravità delle condizioni cliniche, consumo di farmaci e appropriatezza nella terapia.
RiskER consente di stratificare una determinata popolazione adulta (ad esempio, residenti in regione, residenti nel territorio di riferimento della Casa della salute, numero di pazienti assistiti dai vari medici di famiglia) secondo quattro livelli di rischio. Nel 2015, dei 3.864.586 abitanti dai 14 anni in su residenti in Emilia-Romagna, l’83% presentava un rischio di ospedalizzazione per il 2016 basso, il 10% moderato, il 3,6% alto e il 3,3% molto alto.
Nelle 25 Case della Salute (da Busseto, in provincia di Parma, fino a Rimini), l’algoritmo ha individuato 15.853 le persone con un livello di rischio alto (il 5,6% degli assistiti totali). Sono i medici di famiglia e gli infermieri a chiamare la persona e ad avviare gli interventi più appropriati sui corretti stile di vita, sulla consapevolezza e sulle competenze nell’uso dei farmaci, sull’assistenza domiciliare con la stretta collaborazione dei medici specialisti (ad esempio, diabetologo, psichiatra, cardiologo, pneumologo), degli assistenti sociali e la partecipazione delle associazioni di volontariato.
Il progetto e l’algoritmo fanno parte del programma europeo “Sunfrail”, coordinato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso l’Agenzia sanitaria e sociale regionale. L’obiettivo è identificare buone pratiche di assistenza delle persone anziane e sole e dei cittadini con più patologie. I risultati finali di “Sunfrail” saranno presentati in una conferenza generale che si svolgerà a Bologna il prossimo autunno.