Già da due mesi, ovvero appena è stata resa nota la volontà del Papa di accogliere l’invito a venire nella Bassa un imponente apparato di sicurezza ha svolto un’attività di programmazione e intelligence di monitoraggio di siti, di strutture ricettive, di private abitazioni. E’ solo uno dei tanti aspetti del lavoro che c’è stato dietro alla visita del Papa.
Oltre 300 unità tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza sono state impiegate nel dispositivo di ordine e sicurezza pubblica disposto dal Questore di Modena in occasione della visita del Santo Pontefice a Carpi e Mirandola.
Come spiega una nota della Questura, “sono state coinvolte unità dei Reparti Speciali della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri: tiratori scelti dislocati in modo discreto alla sommità di fabbricati sovrastanti i luoghi ove il Papa si è soffermato, artificieri – intervenuti durante la pausa pranzo in seminario ad ispezionare uno zaino abbandonato nelle immediate adiacenze – e le unità cinofile anti esplosivo che già durante la notte hanno operato sui siti dove il Santo Padre è stato presente.
Pronte all’intervento sia a Carpi che Mirandola le unità antiterrorismo della Polizia di Stato (UOPI) e corrispondenti SOS dell’Arma.
Al fine di consentire massima sicurezza su tutti gli spostamenti il dispositivo è stato integrato con un mezzo leggero del Reparto Volo della Polizia di Stato che ha monitorato dall’alto sia gli spostamenti di Papa Francesco che il flusso dei veicoli con cui i fedeli sono accorsi sui due siti, in tale fase è stato determinate il ruolo svolto dalla Polizia Stradale che per l’evento aveva predisposto, in caso di congestionamento delle autostrade, un accurato piano di viabilità con pattuglie dedicate su ogni casello.
Importante il ruolo della polizia scientifica, supportata da unità aggregate dal Gabinetto Regionale di Bologna, che ha videoripreso ogni fase ed in particolare la zona di pubblico adiacente al transito della personalità.
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I dispositivi a Carpi sono iniziati a mezzanotte con la bonifica dei siti privi di fedeli o abitanti e già a partire dalle ore 04,00 le unità dislocate ai varchi principali dai quali si accedeva sulla piazza Martiri con personale del Reparto Mobile della Polizia di Stato e Battaglione Carabinieri hanno effettuato minuziosi controlli con metal detector ai quali i fedeli si sono sottoposti di buon grado.
Sui punti di interdizione alla circolazione veicolare è stato attivato, in attuazione delle vigenti misure antiterrorismo, un dispositivo costituito da unità delle Forze di polizia con giubbotto antiproiettile ed arma lunga, Polizia Municipale e vigilanza dell’organizzazione nonché allocati in sequenza sfalsata blocchi new jersey al fine di scongiurare il pericolo che veicoli in transito potessero travolgere la folla.
Analogo servizio è stato allestito per tempo a Mirandola sulla piazza antistante il Duomo.
L’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano e la Gendarmeria Vaticana hanno sottolineato il desiderio del Santo Padre di stare a contatto con la gente (non creare distanze eccessive tra le transenne ed il suo transito) e non introdurre limitazioni eccessive alla libertà di movimento.
Lo sforzo sinergico di tutti gli Enti coinvolti nell’organizzazione dell’evento – sapientemente condiviso nei numerosi tavoli istituzionali tenutisi in Prefettura e Questura –ha determinato un perfetto bilanciamento tra le esigenze di sicurezza correlate all’eccezionale presenza numerica di fedeli e l’interferenza sull’ordinaria vita quotidiana di abitanti e l’attività dei pubblici esercizi.
In particolare a Carpi è stato dedicato ad orario convenuto un accesso ai titolari delle attività allocate all’interno dell’area transennata della piazza.
La Questura smentisce che mai siano stati disposti divieti di accedere ai varchi con ombrelli né di avere imposto obbligo di chiudere le finestre prospicienti i luoghi ove il Papa si sia fermato o abbia transitato.
Nel rivolgere un vivo ringraziamento al personale delle Forze di polizia di ogni ordine e grado che con il loro grande impegno e spirito di sacrificio ha consentito che la complessa manifestazione si svolgesse in perfetta sicurezza, il Questore di Modena intende rivolgere un particolare apprezzamento per l’apporto determinante delle Polizia Municipali di Carpi e Mirandola che completa un quadro d’impiego delle forze dell’ordine perfettamente integrato con gli sforzi delle due amministrazioni comunali e della colossale macchina organizzativa supportata steward professionali, centinaia di volontari e scout.
Plauso al Corpo dei Vigili del Fuoco, che ha assicurato con una presenza massiccia la sicurezza esterna e dei siti non ancora agibili, ed al servizio sanitario.
Preme sottolineare il ruolo decisivo conferito alla sicurezza della manifestazione dall’eccezionale attività di programmazione e intelligence svolta da oltre due mesi a cui non sempre viene attribuito il giusto rilievo: monitoraggio di siti, di strutture ricettive, di private abitazioni.
Oggi quando ci si approccia ai grandi eventi si usa dire che l’attività di competenza dell’Autorità di Pubblica Sicurezza è ultimata nel momento in cui iniziano i relativi servizi poiché l’attivazione dei dispositivi trova origine nella puntuale acquisizione di informazioni e nel coinvolgimento degli Enti compartecipi.
Il personale della DIGOS e dei Commissariati di Carpi e Mirandola, collaborato dalle Polizie Municipali, ha nelle settimane precedenti fisicamente identificato tutti gli abitanti degli stabili adiacenti ai siti in cui il Santo Padre si è fermato e finanche gli ospiti che nella circostanza i primi avrebbero avuto in casa, oltre ai titolari ed ai dipendenti di tutti gli esercizi ed attività commerciali che si trovavano nelle zone di permanenza del Papa.
Sono state sottoposte a controllo, anche domiciliare, le persone pregiudicate e i detentori di armi abitanti nelle due piazze di Carpi e Mirandola.
La DIGOS ha attivato le fonti informative e monitorato siti web d’area dai quali era possibile acquisire ogni utile elemento di valutazione per le conseguenti iniziative.
Nei giorni immediatamente antecedenti all’evento sono stati monitorati soggetti a carico dei quali, gli uffici centrali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza nel contesto di una collaborazione con altri paesi, era stata richiamata l’attenzione degli uffici territoriali non escludendo contatti con soggetti pericolosi per la sicurezza nazionale”.
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