Sono passati 5 anni da quel 20 maggio del 2012 in cui ebbe inizio lo sciame sismico che sconvolse l’area sud del nostro territorio. “Nulla sarà più come prima: la comunità, in quei giorni, ha perso punti di riferimento importanti. Nulla sarà più come prima, per quelle famiglie che hanno perso i loro cari. Fortunatamente, oggi non si parla più di emergenza, ma la ricostruzione rimane difficile, sia da un punto di vista psicologico che materiale”. Comincia così il ricordo di Umberto Venturi, presidente di CNA Modena, di quei drammatici momenti, che hanno segnato l’esperienza di tutti i modenesi.
“Di quei giorni rimangono ricordi positivi: la gara di solidarietà che ha coinvolto tutti gli italiani, la gestione dell’emergenza, la ricostruzione delle scuole in poco più di tre mesi ne sono un esempio. Ma rimangono anche aspetti negativi. Il ritardo con cui si è arrivati al riconoscimento del danno economico, l’annosa questione del finanziamento imposte, la burocrazia che in molti casi rallenta la ricostruzione”.
I dati del Servizio Ordinanza 57 di CNA, il provvedimento che regola i rimborsi delle attività produttive, ad oggi parlano di 170 decreti di concessione a favore di 187 imprese seguite dall’Associazione (il 90,1%), di oltre 26 milioni di indennizzi liquidati a fronte dei quasi 60 milioni concessi (il 43,9%). “Numeri che spiegano come la ricostruzione sia comunque stata finanziata dagli stessi imprenditori, pur consapevoli del fatto che gran parte di queste difficoltà sono nate dall’assenza di una legge nazionale che consenta di affrontare in modo chiaro le emergenze che il nostro Paese troppo spesso si trova ad affrontare, come hanno di mostrato i recenti terremoti del Centro Italia”.
“Alcune criticità rimangono: pensiamo soltanto ai Centri Storici, dove i lavori, per ovvie ragioni, stanno progredendo più lentamente. Ma rimangono anche i cambiamenti che il terremoto ha comportato: sono mutate le abitudini d’acquisto, finanche il modo di pensare delle comunità. A tutti coloro che torneranno a quei terribili momenti, va il nostro pensiero”.