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“Il terremoto, esperienza che non auguro al mio peggior nemico”

da | Mag 22, 2017 | Lettere al direttore | 0 commenti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Sono passati  5 anni da quelle scosse terribili del 20 e 29 maggio 2012 ,scosse che hanno devastato i muri delle case e la psiche degli abitanti di questa area della provincia modenese. 

Non auguro a nessuno, neppure al peggior nemico di provare quello che provammo nella notte del 20 maggio e nella mattina del 29 maggio 2012 e le scosse di questi giorni  con epicentro a  Finale Emilia le stanno a ricordare:scosse  entità  moderata ma superficiali .

Ho avuto modo di assistere ad un dibattito dove emergeva che comunque , un visitatore esterno,  che passasse nell’area del cratere ad un lustro dal disastro,non sarebbe stato colpito dai danni agli edifici.

La liquefazione del terreno durante le scosse hanno   portato alla  formazione dei fontanazzi dal terreno ,si sono verificati durante sia il sisma del 2012 che quello del 2016 in Centro Italia e  può succedere che apparentemente non si veda nulla all’esterno delle case.

Persone che sono precipitate nel cuore della notte ,con il letto dal piano superiore a terra, riportando traumi con polifratture,magari con la casa  che non ha ferite visibili all’esterno ne ho sentite sia da noi che quando lo scorso agosto andai ad Arquata sul Tronto ad “aiutare” il mio amico Medico di Famiglia Italo Paolini.  
Ad  oggi  facendo le visite a domiclio come medico di famiglia mi capita di vedere alcune  situazioni , che certo non fanno notizia ma rappresentano la vita quotidiana; vicino alla porta principale, trovo uno zainetto  ,una piccola sportina con bottigliette di acqua,crackers   e qualche indumento  e quando chiedo il perchè mi sento rispondere  “Dottore non si sa mai ,con quello che è successo”

Non si potrà mai immortalare Il sentimento dell’intrusione cioè pensare al terremoto anche quando si fa o si parla di altri, sentimento che alberga nel 50% dei residenti nell’area del cratere.

Non si  potrà mai documentare con uno scatto quei lunghi  interminabili minuti dove non si poteva comunicare,creando ansia e paura per i nostri cari, perchè le linee telefoncihe erano interotte.

L’utilizzo  degli antidepressivi, l’aumento degli obesi, dei pazienti con patologie autoimmuni non può essere fotografato ma è vissuto giorno dopo giorno da questo popolo  resiliente.

Una cosa bella   sono le  chiese nuove costruite dopo il sisma e come dice  il Canonico Don Davide,mio parroco a Medolla,sono aumentati i matrimoni nella chiesa nuova.

Nunzio Borelli,Medico di Famiglia Medolla

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