Sono della Guinea, paese del centro dell’Africa, i primi quattro richiedenti asilo che metteranno piede nella Bassa terremotata. Accadrà venerdì 16 giugno, e saranno ospitati in un appartamento del centro di Sant’Antonio in Mercadello, razione di Novi
Entra nel vivo il mandato di Enrico Diacci, neoeletto sindaco di Novi. Con una questione spinosa, quella dei profughi previsti in arrivo anche nelle aree del cratere – quelle che in prima battuta erano state escluse dall’obbligo di accoglienza. Ne arriveranno quattro, conferma Diacci, appena uscito dall’incontro avuto con la prefetta di Modena Patrizia Paba. E mette subito in chiaro come stanno le cose. “L’arrivo nel nostro comune, della cui situazione Paba è perfettamente consapevole, sarà gestito nel modo più delicato possibile – garantisce il sindaco –. C’è una normativa cui non possiamo sottrarci, ma c’è la realtà di Novi che ancora paga le conseguenze del sisma, ho ricevuto massima disponibilità ad ascoltarci, confrontarsi e ad assicurarci piena collaborazione per far sì che tutto avvenga nel migliore dei modi. Non dobbiamo dimenticare che accogliamo persone che dichiarano di aver sentito colpiti e violati i loro diritti umani fondamentali, che non vengono qui come turisti ma devono dare un loro personale contributo”.
Tre gli impegni presi di comune accordo: “che arrivino da noi solo persone di seconda immigrazione, cioè che hanno già fatto in Italia un primo percorso di accoglienza; poi, che sia un piccolo gruppo omogeneo, onde evitare difficoltà di inserimento ma anche di relazione tra gli stessi richiedenti asilo; infine, che si dichiarino preventivamente disponibili a svolgere lavori utili per la collettività. Questa – insiste Diacci – è condizione necessaria per l’accoglienza, e loro lo devono riconoscere mettendosi a disposizione”.
A garanzia di tutto ciò, l’affidamento del percorso è alla cooperativa Il Mantello, indicata alla prefetta da monsignor Francesco Cavina in persona, in virtù di altri percorsi sperimentati sul territorio, e che ha già a disposizione un appartamento nel centro di Sant’Antonio in Mercadello, in modo che la sistemazione sia adeguata. “Penso sia stata fatta una scelta oculata nei minimi dettagli”, commenta il sindaco, precisando poi che non c’è nessuna spesa a carico della collettività in quanto la sistemazione e le necessità dei richiedenti asilo sono gestite direttamente dalla cooperativa.
Dal canto suo la prefetta Paba ha offerto piena disponibilità nel valutare l’andamento del percorso e intervenire qualora le cose non andassero secondo i piani: “mi sento dunque di rassicurare i cittadini, lavoreremo fianco a fianco e interverremo su qualsiasi difficoltà”. Si tratta in ogni caso, osserva ancora Diacci, di numeri piccolissimi, “più di principio che di massiccia accoglienza, per rendere possibile ciò che non può essere negato ma senza mettere in difficoltà il comune. Ci interfacceremo con le associazioni del posto, con le quali ho già preso contatti, per impiegarli secondo le modalità di lavoro sperimentate con il bando anticrisi. Credo che l’importante sia gestire da subito l’inserimento, prevedere un contatto col territorio e dare loro la possibilità di presentarsi e raccontare le loro storie: non sono turisti ma persone che daranno un loro contributo”.
Poi precisa: “quando hanno scritto che non ne sapevo nulla non è perché volevo ignorare il problema ma perché le decisioni sono già state prese dalla precedente amministrazione e solo oggi ho acquisito tutta la documentazione. Mi sento comunque di rassicurare tutti e – conclude – promettere che il Comune avrà un ruolo di garanzia e coordinamento del percorso”.