Piano riorganizzazione ospedali, il commento di Antonio Platis, consigliere provinciale e capogruppo Forza Italia Area Nord..
“Dietro alla propagandata opera di riorganizzazione degli ospedali modenesi prevista dal Piano Provinciale approvato, si nasconde in realtà una continua opera di riduzione dei servizi territoriali.
Così come dietro il paravento della razionalizzazione, si nasconde il grande spreco perpetrato da anni che ha avuto nel doppione ospedale di Baggiovara e Policlinico il suo simbolo più evidente.
Il Piano presentato ed approvato a livello provinciale è la cartina al tornasole di tutto ciò che in questi anni è stato sbagliato ed è stato sprecato. Da anni denunciamo lo spreco generato dalla duplicazione di due realtà così grandi e così vicine una all’altra, una duplicazione che ha generato anni e anni di spreco confermato oggi dal fatto che lo stesso direttore del Policlinico che dal 1 gennaio ha assunto le direzione unica delle due realtà, ha parlato proprio ieri dell’importanza di evitare in futuro la duplicazione.
Come dire che nel passato questa duplicazione c’è stata, eccome.
Per questo, oggi, prima di parlare di spese ed investimenti sulle nuova strutture e sulla nuova organizzazione bisognerebbe essere trasparenti con i cittadini e dire quanto la mancata razionalizzazione è costata in più alla collettività. Questa duplicazione e la mancata integrazione tra i due mega-ospedali ha drenato risorse e portato alla graduale riduzione delle rete sanitaria provinciale.
E’ successo a Finale Emilia, è successo a Castelfranco e adesso si sta combattendo perché non succeda in altri ospedali definiti minori solo sulle carte della politica del PD. Stiamo parlando di realtà centrali, come quelle di Mirandola e Pavullo, al servizio di territori vasti e con condizioni di viabilità difficili. Questo tema va affrontato con attenzione e serietà. Abbiamo già visto la nostra Regione, calcolatrice alla mano, chiudere di punto in bianco il reparto di ostetricia nell’Appennino bolognese, a Porretta, senza costruire un percorso per tutte quelle donne. Non possono ripetersi gli stessi errori, ma vanno creati i giusti percorsi.
La realizzazione di Baggiovara ha inoltre sbilanciato verso sud il baricentro della sanità, sguarnendo e impoverendo tutto il versante nord. A ciò si aggiunge che Mirandola, con la scusa del terremoto, si è vista scippata di circa 70 posti letto e Carpi, entro pochi anni, dovrà fare i conti con la necessità di cospicui investimenti per riammodernare la struttura sempre più obsoleta.
Questo processo di smantellamento dei presidi della provincia, già iniziato con la scomparsa dei servizi medici legali e ambulatoriali in appennino, la chiusura di importanti Pronto Soccorso della provincia come quello di Castelfranco, la trasformazione in Casa della Salute dello scomparso ospedale di Finale Emilia, il crollo in ‘periferia’ del rapporto posti letto\abitanti, trova oggi nel nuovo Piano approvato la sua conferma.
È veramente un passo in avanti ed un segno di civiltà?
Al centro, temiamo, non ci siano i bisogni dei cittadini, ma l’esigenza di fare cassa e fermare l’emorragia di risorse che il doppione Policlino-Baggiovara ha portato in tutti questi anni”