Dopo la protesta dei ciclisti che non ne possono più dei divieti messi sulle strade della Bassa invece di vederle aggiustate, la Provincia prende la parola e rimanda il problema al Governo. “I soldi per le strade della Bassa? Ce li prendono da Roma”, si può sintetizzare così il senso dell’intervento guidato da Giancarlo Muzzarelli
“Per risolvere il problema del degrado della strada provinciale 9 serve un intervento strutturale con costi elevati, nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro, che la Provincia attualmente non è in grado di sostenere a causa dei prelievi dello Stato”, scrivono dalla Provincia.
E la sp 9 non è l’unica strada chiusa alle due ruote: attualmente i divieti di transito per motivi di sicurezza riguardano oltre 50 chilometri di strade provinciali, con una strada in Appennino, la provinciale 36 del Malandrone, completamente chiusa al traffico. E in altre decine di chilometri di strade provinciali in cattivo stato sono stati ridotti i limiti di velocità.
Questa situazione – spiegano dall’ente – ha spinto tutti i presidenti delle Province italiane, compreso Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, a presentare nei mesi scorsi alla magistratura un esposto per denunciare l’impossibilità di garantire le competenze di legge, a fronte di pesanti responsabilità in capo agli amministratori previste dalla legge sul reato di omicidio stradale.
In occasione della manifestazione delle associazione ciclistiche dell’area nord, i tecnici del servizio Viabilità della Provincia, nel rinnovare il cordoglio per il tragico incidente che di recente ha coinvolto la ciclista Lorella Vaccari, ricordano che sulla sp 9, chiusa alle due ruote dal 2015, sono presenti pericolose fessurazioni e avallamenti causati dalla particolare natura argillosa e torbosa dei terreni; in passato la Provincia è intervenuta ripetutamente per garantire le condizioni minime di sicurezza ma in questi ultimi anni, con l’aggravarsi della situazione, servirebbe un intervento straordinario per il quale l’ente non dispone dei fondi necessari.
Dal 2015, infatti, le Province devono versare allo Stato buona parte delle proprie risorse; quella di Modena ha versato 37 nel 2016 e nel 2017 su entrate complessive quest’anno previste in cifra 60 milioni di euro.
Nel bilancio 2017 presentato di recente, le risorse per le manutenzioni della rete di oltre mille chilometri di strade provinciali sono ridotte ai minimi termini, mentre per gli interventi strutturali e gli investimenti la Provincia può contare esclusivamente su risorse di altri entri, vincolate però al singolo progetto. Sulla provinciale 413 tra Carpi e Novi, chiusa i mezzi a due ruote per gli stessi motivi, la Provincia ha chiesto un finanziamento alla società Autobrennero, tenuto conto che, a differenza della sp 9, la strada è considerata parte della rete locale di connessione con l’A22.