I risultati del referendum che si è tenuto a Carpi domenica 10 settembre hanno suscitato perplessità da parte di alcuni esponenti politici che hanno parlato di flop. Il Comitato Acqua Pubblica di Carpi non ci sta e così è intervenuto con questa nota stampa sulla vicenda:
Si è scatenata in questi giorni una campagna mediatica tesa a screditare promotori e sostenitori del referendum, basata su presupposti che rigettiamo volentieri ai mittenti.
Se 14mila voti vi sembrano pochi, facciamo presente che alle ultime elezioni svolte a Carpi sarebbero valsi il 67% dei voti validi.
Chi ha seguito la vicenda sa che da anni esiste l’intenzione di vendere Aimag ad Hera e che si tratta di un progetto talmente indifendibile e dannoso che nessun esponente del PD ha avuto il coraggio di esporsi in pubblico per difenderlo.
Se Aimag oggi è ancora nostra, dei cittadini e dei comuni che possiedono la maggioranza delle azioni, molto lo si deve ai 14102 cittadini che sono andati a votare domenica 10 settembre, facendo un favore anche a chi è rimasto a casa. Bisognerebbe ringraziarli invece che canzonarli.
Sentiamo inoltre politici preoccupati del denaro speso per l’organizzazione del referendum, ma noi non siamo d’accordo: abbiamo speso centomila € per evitare di perdere un’Azienda che ogni anno fattura oltre 200 milioni e che produce utili per decine di milioni di €. Senza contare i rincari sulle bollette che si sarebbero abbattuti sui cittadini. Da un punto di vista strettamente economico il referendum va considerato un risparmio straordinario.
Comunque va detto che il Comitato ha ripetutamente proposto al Sindaco di Carpi di ritirare il referendum se lui avesse escluso l’ipotesi di incorporazione di Aimag da parte di Hera. Non lo ha fatto, chiedete a lui ragione delle spese!
Infine siamo basiti dalle dichiarazioni minatorie di modifica del regolamento referendario. Con che coraggio un sindaco che ha boicottato il referendum in tutti i modi (dalla raccolta firme, alla scelta della data alla totale assenza di informazione) ed il capogruppo del partito che ha propagandato l’astensione possono lamentarsi…..dell’
Le uniche due modifiche che sono necessarie per non svilire la preziosa istituzione del referendum sono:
– l’adeguamento del meccanismo di autentica delle firme alla normativa nazionale;
– l’abrogazione del quorum, che innesca meccanismi perversi di sabotaggio sia da parte di chi dovrebbe mantenere un ruolo super-partes (il Comune) sia da chi vuole ingrossare la propria fazione contando anche gli astenuti.