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Sicurezza sui treni, la Lega chiede i vigilantes privati

da | Set 7, 2017 | Cronaca | 0 commenti

L’ultimo caso nel Modenese, una tentata violenza sessuale. Viaggiare sui treni di linea è diventato ormai una specie di incubo, per pendolari e studenti. Ma anche per lo stesso personale viaggiante. Tanto che oggi i ferrovieri della linea del Brennero hanno realizzato uno sciopero regionale dei treni per protestare contro gliepisodi di violenza di cui sono vittime. Per correre ai ripari, il capogruppo regionale della Lega Nord, Alan Fabbri, ha presentato un’interrogazione urgente all’Assemblea legislativa, per spronare l’esecutivo Bonaccini a mettere in campo azioni concrete per contrastare la microcriminalità, sempre più diffusa all’interno dei convogli ferroviari.

«E’ di pochi mesi fa l’episodio del capotreno minacciato con cacciavite puntato alla testa da parte di un trentenne nigeriano, ma ormai non si contano più i tentativi di furto e le aggressioni, in particolare alle donne, ma anche allo stesso personale viaggiante dei treni, da parte di balordi – attacca Alan Fabbri -. Le forze dell’ordine, in questo caso, non sembrano in grado di occuparsi da sole del fenomeno, anche se la Polfer fa il possibile per garantire la sicurezza». Sui convogli, però, serpeggia sempre di più la paura, osservando le cronache degli ultimi mesi. Eppure una soluzione potrebbe esserci: «Dal 1° settembre del 2015 – rivela Fabbri – si è sperimentato con discreto successo l’impiego di circa 150 uomini della vigilanza privata, dislocati sui treni e nelle stazioni ferroviarie lombarde più a rischio. Crediamo che questo esempio possa essere seguito anche dalla Regione Emilia-Romagna e lo scopo della mia interrogazione – continua il capogruppo Ln – è quello di capire se e con quale tempistica tutto ciò può essere possibile e attuabile». Ma la proposta non si ferma a questo: «Intendiamo capire anche se la Regione è a conoscenza di una collaborazione attualmente in corso tra il corpo dei Genieri e la Tper (per i treni di propria competenza; ndr) e se i militari in questione possano essere utilizzati, nelle circostanze attuali, anche per funzioni di sicurezza. Sia a bordo dei treni, che nelle stazioni ferroviarie».

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