VENDERE 2.0 è la rubrica di Marketing tenuta da Katia Motta e Flora Hyeraci
Otto secondi: è il tempo massimo concesso, secondo una recente ricerca Microsoft, da un utente web per avere la sua attenzione. L’espansione vertiginosa di internet che ha prodotto un oceano di informazioni, grazie anche alla veloce crescita dei social media, sta creando l’effetto di ridurre al minimo l’attenzione di chi visualizza post, messaggi, pagine web, meme ed emoticon. Nella giungla di richiami alla nostra attenzione, siamo diventati più veloci e selettivi rispetto a chi e cosa dare la nostra attenzione. Ciò significa che sintesi, creatività e differenziazione nella comunicazione vengono premiate, mentre si affaccia inaspettatamente il ritorno degli strumenti di marketing tradizionale – la stampa, l’oggettistica, la relazione umana – come a regalare una pausa benefica, di completa attenzione, a questo mondo sempre e costantemente connesso.
D’altra parte sul web c’è tanta innovazione – ma anche tanta ripetitività. Nella ricerca di una strategia per farsi trovare, l’originalità latita oppure i tentativi non sono sufficientemente mirati e rischiano di infastidire l’utente. E soprattutto, si sente la mancanza di personalizzazione del rapporto con l’acquirente.
Ci racconta un nostro cliente, tecnico elettronico della Bassa Reggiana, che è rimasto piacevolmente stupito da un pacchettino ricevuto da una multinazionale della sensoristica; la missiva, completamente inattesa, è arrivata dopo la consegna di un piccolo quantitativo di merce che rappresentava un primo ordine e consisteva in una piccola scatola con apertura a libro, accompagnata da due righe di ringraziamento: scostando il cartoncino di copertina, nella scatola è apparso un video con riproduzione automatica, in più lingue tra cui l’italiano, con cui il fornitore raccontava la sua presenza mondiale e locale, la convivenza aziendale di più culture e le sue ultime sfide organizzative. Un modo senz’altro originale di ringraziare il cliente, il quale giocando con la copertina e i suoi sensori ha senza dubbio potuto associare l’immagine di innovazione e di vicinanza al cliente offertagli dall’azienda fornitrice.
Non è quindi finita l’epoca storica delle stampe, degli oggetti di merchandising e del contatto umano, diretto o indiretto che sia. Piuttosto, proprio dalla coesistenza con il web e da un sapiente mix di immagini e messaggi, possono trarre nuova vita, purché capaci di essere originali e attenti a cogliere lo spunto più idoneo per inserirsi a diretto contatto con le persone. La crisi, come ci ricorda la lingua cinese, è pur sempre un’opportunità.