A distanza di giorni fa discutere ancora la vicenda del cestino lanciato contro una professoressa dell’Istituto Galilei di Mirandola.
Sul fatto è intervenuta giovedì 9 novembre la Cisl Scuola Emilia Centrale.
“Un vecchio proverbio africano – si legge in una nota – recita: “Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio”. Questo per sottolineare l’importanza della condivisione sociale e della responsabilità della comunità nel formare le nuove generazioni. Quanto accaduto a Mirandola è il segnale che forse qualcosa si è inceppato in questo patto sociale implicito”.
“L’educazione è l’esigenza principale dei ragazzi di ogni epoca e, ancor più, di questo tempo. Per questo siamo favorevoli a un percorso rieducativo per questi studenti – dichiara la segretaria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale Antonietta Cozzo – È necessario, però, rafforzare il patto di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia. La scuola ha un ruolo molto importante nel processo educativo, ma deve esercitarlo in continuità con l’azione educativa della famiglia. Non può – continua Cozzo – farsi carico in solitudine delle carenze di una società intera che, a volte, sembra aver smarrito il senso. Negli ultimi anni una politica miope ha usato la scuola per “fare cassa”, approvando norme che hanno destrutturato il senso della scuola intesa come comunità educante che si confronta, discute e adotta scelte condivise”.
“Il personale scolastico, inoltre, è stato mortificato da continue incursioni legislative che stanno limitando sempre di più l’autonomia di insegnamento e – conclude la segreteria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale – hanno scardinato alla base quel senso di comunità educante che è urgente ricostruire”.
Intanto nel pomeriggio di mercoledì 8 novembre si è tenuto – come riferisce Trc Modena – un consiglio di classe straordinario, durato circa tre ore, alla presenza del sindaco Maino Benatti, dei servizi sociali e delle forze di polizia.
A quanto riferisce l’emittente televisiva per genitori e autorità bisogna evitare l’uscita dalla scuola dei ragazzi protagonisti del grave episodio. La preside del Galilei, Milena Prandini, entrerà in contatto con due strutture, la Città dei Ragazzi e il Nazzareno, per fare in modo che il periodo di sospensione e anche quello successivo al ritorno a scuola siano accompagnati da attività più pratiche e meno teoriche. Il resto dovranno farlo i servizi sociali dell’Unione Area Nord, che hanno posto come condizione necessaria al loro intervento un piano organico e di lungo periodo, che accompagni i sei ragazzi con continuità. Sarà poi il Consiglio d’Istituto del Galilei a ratificare o correggere il progetto rieducativo.
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