Ammetiamolo: dopo un weekend pieno di luce e cielo ben visibile il risveglio di oggi, lunedì 20 novembre, ha spiazzato anche i più avvezzi ai mitici nebbioni della Bassa.
Infatti, su gran parte della nostra zona le luci dell’alba hanno illuminato la coltre nebbiosa che a tratti ha coperto campagna, strade e paesi. Da qualche parte per mezzogiorno si era diradata, altrove invece la nebbia ha continuato imperterrita a stare giù.
Eppure non dovremmo stupirci: proprio il bel tempo e le temperature relativamente calde di questi giorni potrebbero spiegare il levarsi dei banchi di nebbia
Cos’è la nebbia*
La nebbia altro non è che una sorta di nuvola si forma a contatto con il suolo. È costituita da goccioline di acqua liquida o cristalli di ghiaccio sospesi in aria. A causa della diffusione della luce solare da parte dell’acqua in sospensione, la nebbia si manifesta come un alone biancastro che limita la visibilità degli oggetti.
Le particelle solide o liquide sospese in aria (aerosol atmosferico) possono comportarsi da nuclei di condensazione per l’acqua, favorendo la formazione di nebbia. Per questo motivo, nelle aree urbane, dove le emissioni inquinanti sono maggiori, le nebbie sono più frequenti.
La nebbia inizia a formarsi quando l’umidità relativa di una massa d’aria raggiunge il 100%, ovvero quando si ha saturazione del vapore acqueo in essa contenuto.
A seconda dei meccanismi con cui si raggiunge questa condizione, si parla di:
Nebbia da irraggiamento: si forma generalmente dopo il tramonto, dopo che il suolo ha ceduto calore allo spazio tramite irraggiamento, raffreddandosi, assorbe calore dall’aria più a contatto con la superficie (generando inversione termica). La temperatura degli strati d’aria prossimi al terreno si abbassa sino a raggiungere la temperatura di rugiada permettendo la condensazione di goccioline di acqua liquida. La nebbia da irraggiamento è tipica delle notti con cielo sereno (effetto serra da parte delle nubi limitato) e vento poco intenso.
Nebbia da avvezione: si forma quando l’aria umida passa per avvezione, movimento orizzontale dei flussi d’aria sopra il terreno freddo e viene così raffreddata. Questo fenomeno è frequente sul mare quando l’aria tropicale incontra ad alte latitudini acqua più fredda. È anche comune il caso in cui un fronte tiepido passi sopra un’area abbondantemente innevata. È comune quando c’è molta differenza tra le temperature diurne e notturne, si dissolve non appena il sole, al mattino, comincia a scaldare l’aria.
Nebbia da umidificazione: è la forma più localizzata ed è creata dall’aria fredda che passa sull’acqua molto più calda. Il vapore acqueo entra velocemente nell’atmosfera tramite evaporazione e la condensazione ha luogo quando il vapore acqueo raggiunge la saturazione. La nebbia da umidificazione è frequente nelle regioni polari, e intorno ai laghi più grandi e più profondi nel tardo autunno e all’inizio dell’inverno, spesso causa nebbia ghiacciata o talvolta brina.
Nebbia frontale (o nebbia da precipitazione): si forma quando una precipitazione cade nell’aria secca dietro alla nube, le goccioline liquide evaporano in vapore acqueo. Il vapore acqueo si raffredda e al punto di rugiada condensa e forma la pioggia.
Nebbia congelantesi: si verifica quando le goccioline di nebbia si trovano allo stato liquido (condizione detta di sopraffusione) nonostante la temperatura dell’aria sia inferiore a 0 °C; quando vengono a contatto con una superficie, formano depositi di ghiaccio chiamati galaverna, calabrosa o ghiaccio chiaro. Ciò è frequente sulla cima di quelle montagne che sono esposte a un debole vento. È quindi equivalente alla pioggia congelantesi, che provoca il gelicidio.
Nebbia ghiacciata (o nebbia velata): è quel tipo di nebbia dove le goccioline si sono congelate a mezz’aria in minuscoli cristalli di ghiaccio. Generalmente ciò richiede temperature ben al di sotto del punto di congelamento (solitamente inferiori a −30 °C, nonostante si possa avere sopraffusione fino a −40 °C) e quindi questo tipo di nebbia è comune solo nell’area e nei dintorni delle regioni artiche e antartiche. Una precipitazione di aghi di ghiaccio simile alla nebbia ghiacciata, ma che si verifica con cielo sereno e non provoca diminuzione di visibilità, si chiama polvere di diamanti.
La nebbia si può classificare a seconda della densità
Nebbia densa: visibilità inferiore a 30 metri.
Nebbia fitta: visibilità compresa tra 30 e 50 metri.
Nebbia spessa: visibilità compresa tra 50 e 200 metri.
TRATTO DA WIKIPEDIA