Colpita al volto da un cestino lanciato durante l’orario di lezione. È accaduto a un’insegnate dell’istituto professionale Galilei di Mirandola (Modena). A compiere l’atto “sarebbe stato un ragazzo di origini albanesi nato nel 2002 e già considerato problematico”. A riportare la vicenda in un’interrogazione alla giunta regionale sono Galeazzo Bignami e Enrico Aimi (Fi), che chiedono diversi chiarimenti sul tema. I consiglieri spiegano che già nei giorni precedenti all’episodio, come ha riportato un giornale locale, “le forze dell’ordine erano intervenute nella scuola per altri episodi di violenza, ascrivibili a una presunta banda di bulli di cui il quindicenne farebbe parte”. “Quanto accaduto nella scuola di Mirandola non può considerarsi un caso isolato” dicono Bignami e Aimi “visto che situazioni analoghe , se non addirittura più gravi e violente si ripetono ormai quotidianamente in numerosi istituti scolastici italiani”. Sull’episodio i consiglieri, rivolgendosi alla Giunta, chiedono quanti studenti siano coinvolti e “quali provvedimenti siano stati usati nei loro confronti”. Se inoltre “gli stessi alunni, con le loro famiglie, risultino seguiti dai servizi sociali”. Bignami e Aimi chiedono informazioni anche sulle nazionalità dei ragazzi, “se si tratti di connazionali del minore o se ci siano anche degli italiani”. Molto importante per i due consiglieri forzisti anche il contesto sociale in cui è avvenuto l’episodio. “La provincia di Modena”, spiegano, si trova al “primo posto in Regione per numero di stranieri nelle scuole” e anche l’istituto in questione, specificano Bignami e Aimi, “presenterebbe una significativa percentuale di studenti stranieri nelle classi ben oltre la soglia del 30% di alunni stranieri con cittadinanza non italiana, fissato dalla circolare ministeriale del 2010”. Su questo punto i consiglieri chiedono “quale sia la percentuale di ragazzi stranieri presenti nelle classi prime e seconde dell’istituto in questione” e se “non si ritenga necessario garantire, senza deroghe, il non superamento della soglia del 30% di studenti stranieri nelle singole classi” per favorire una migliore integrazione e rendere “meno gravoso il lavoro degli insegnanti anche a tutela del diritto allo studio degli alunni italiani”. Per risolvere la “grave situazione sopra evidenziata” in un comunicato stampa del Ministro Fedeli si parla di attuare “interventi diversificati” che risulterebbero da tempo attivati. I consiglieri chiedono in che cosa consistano questa tipologia di interventi. In conclusione, domandano se l’esecutivo regionale “sia a conoscenza di episodi analoghi” accaduti nell’istituto professionale Fermo Corni di Modena o in altri istituti scolastici della città o della provincia e quale sia “la percentuale di stranieri presenti nelle classi delle scuole secondarie di secondo grado della città di Modena e Provincia”.
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