Interventi di lungo periodo per un’agricoltura sostenibile, attenta all’ambiente, al biologico e alla biodiversità. Arrivano a quasi 48 milioni di euro le risorse stanziate dal Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 a copertura delle spese necessarie a sostenere interventi in campo agro-climatico-ambientale e per l’agricoltura biologica.
Lo rende noto un comunicato della Regione.
La Giunta regionale ha approvato i dieci bandi riferiti alle ‘Misure 10’ (“Pagamenti agro-climatico-ambientali”) e 11 (“Agricoltura biologica”) del Psr. I finanziamenti riguardano progetti che si prolungheranno per 5, 10 o 20 anni a seconda del tipo di intervento. Le domande potranno essere presentate fino al 31 gennaio 2018attraverso il sistema online predisposto dall’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (Agrea).
Oltre che all’agricoltura biologica, le risorse sono destinate in particolare a progetti per la biodiversità vegetale e animale di interesse agrario, il ritiro dei seminativi a scopo ambientale, il mantenimento del paesaggio agrario, la praticoltura estensiva, l’incremento della sostanza organica nei suoli, l’agricoltura conservativa. Per la prima volta, sono poi previsti aiuti anche per interventi per l’impiego razionale dei reflui zootecnici.
“Questi 10 bandi confermano la capacità dell’Amministrazione regionale di utilizzare i fondi europei anche per sostenere la ripresa in atto, con interventi in agricoltura che garantiscano la sostenibilità dell’intero comparto. Questo dimostra- sottolinea l’assessora regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- l’importanza che riconosciamo al settore, sia come fonte di occupazione che come strumento di uno sviluppo sostenibile che vada di pari passo con la tutela del territorio e il contrasto al cambiamento climatico”.
“Gli interventi in campo ambientale rappresentano una delle punte più avanzate di questo Psr. Aver destinato ad essi complessivamente oltre il 40% delle risorse a disposizione- conclude Caselli- è una scelta precisa che dà prospettive solide a un’agricoltura di qualità, per quanto riguarda i prodotti e i modi di produrre, a partire dal biologico: un settore dinamico che ha un mercato e che dà redditività. Il nostro obiettivo, che in base ai dati rilevati è davvero a portata di mano, è di raddoppiare con questo Psr le superfici bio in Emilia-Romagna”.
Oltre 27 milioni di euro per il biologico: una priorità trasversale
In Emilia-Romagna la superficie ad agricoltura biologica è di oltre 117 mila ettari (pari all’11 % della superficie agricola regionale) e le aziende agricole che la praticano sono oltre 4000 mila. Come nel Psr 2007-2013 il settore biologico gode di una priorità trasversale: tutte le misure del Psr prevedono, infatti, a parità di requisiti il diritto a punteggi aggiuntivi in graduatoria per le aziende bio.
Il nuovo bando regionale bando destina 27,2 milioni di euro sia per la conversione a pratiche e metodi biologici che per il mantenimento, risorse che si aggiungono a quelle già impegnate con i precedenti bandi. In totale, il sostegno all’agricoltura biologica nell’arco di durata del PSR 2014-2020 raggiunge così la cifra di oltre 115 milioni di euro.
Il contributo annuo per ettaro riconosciuto alle aziende agricole varia, per chi già pratica il bio, da 90 euro per i seminativi ai 668 euro per le colture frutticole. Chi per la prima volta avvia l’agricoltura biologica avrà dai 150 euro per le foraggere ai 791 euro per le frutticole.
In zootecnia sono previsti aiuti maggiorati alle colture foraggere e destinate all’alimentazione animale, compresi fra i 333 e i 453 euro all’ettaro per anno.
Quasi 14 milioni di euro per la biodiversità animale e vegetale, il ritiro dei seminativi, i prati “storici” e corridoi ecologici
Recuperare le razze e varietà antiche è una priorità culturale, ambientale ed economica. Il Psr stanzia 13,6 milioni di euro in totale per gli allevatori di razze autoctone, come ad esempio la vacca romagnola o reggiana o i suini di mora romagnola e viene anche ampliata la lista delle razze ammesse. Per i coltivatori di varietà autoctone, sia di colture arboree sia annuali, sono previsti aiuti rispettivamente pari a 900 e 600 euro per ettaro all’anno.
I prati umidi e macchie arbustive sono tra gli interventi con cui gli agricoltori possono ritirare dalla produzione le colture seminative per venti anni così da promuovere, soprattutto in pianura, la biodiversità. A riconoscimento di tale azione è previsto un aiuto da 500 a 1.500 euro all’ettaro.
I prati e in particolare i cosiddetti “prati storici” sono habitat erbacei assai importanti e se opportunamente gestiti salvaguardano la biodiversità animale e vegetale. Per gli agricoltori che si impegnano a mantenere tali aree, nel rispetto di particolare pratiche agronomiche, è concesso un aiuto di 150 euro a ettaro.
Filari di alberi, siepi, boschetti, maceri, risorgive e laghetti: per gli agricoltori che si impegnano, per un periodo di 10 anni, a salvaguardare questi elementi tipici del paesaggio agrario sono in arrivo 3,8 milioni di euro. Potranno così essere così mantenuti veri e propri “corridoi ecologici” nei siti individuati dalla rete europea Natura 2000.
Sei milioni di euro per contrastare il cambiamento climatico e migliorare i terreni
La Regione Emilia-Romagna destina poco meno di 1,8 milioni di euro per la qualità del suolo favorendo operazioni agronomiche d’incremento della sostanza organica nei suoli finalizzate a migliorare le caratteristiche chimico-fisiche fondamentali e anche a contrastare fenomeni erosivi e di dissesto.
Il bando concede, per la prima volta, 1,5 milioni di euro alle imprese che si impegnano a distribuire i reflui zootecnici in modo efficiente ed avanzato (con iniezione nel suolo, impiego in copertura e successivo interramento) riducendo così le emissioni di gas serra e aumentando l’efficienza agronomica.